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Giù gli infermieri dalle ambulanze: il commento degli Opi di Siena, Grosseto e Arezzo

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Giù gli infermieri dalle ambulanze: il commento degli Opi di Siena, Grosseto e Arezzo
Castel Maggiore, Bologna. 18/03/2015. Sede Avis. Donazione dell'ambulanza da parte della Famiglia Sita a ricordo del figlio Ivan destinata al PS di Bentivoglio. ARCHIVIO AUSL BOLOGNA - foto Paolo Righi/Meridiana Immagini
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Il Comune senese e l’Ausl Sud-Est hanno comunicato la volontà di reintrodurre i mezzi medicalizzati.

Facendo seguito alla conferenza stampa di ieri, nella quale Comune e Ausl Sud-Est hanno comunicato l’intenzione di reintrodurre l’ambulanza medicalizzata su Siena, gli Odini infermieristici di Siena, Arezzo e Grosseto hanno diffuso la nota che proponiamo di seguito, firmata dai presidenti Michele Aurigi (Opi Siena), Nicola Draoli (Opi Grosseto) e Giovanni Grasso (Opi Arezzo). Intanto gli infermieri toscani hanno lanciato l’hasthag #118ToscanaMaisenzaInfermieri.

La nota degli Opi di Siena, Grosseto e Arezzo

L’ambulanza infermierizzata è definita dalla normativa vigente come “mezzo di soccorso avanzato”: affermare che l’attuazione di questo modello abbia compromesso i requisiti del Dm 70 è una falsità e deve essere sottolineato con chiarezza. La funzione di “filtro” non è compito del servizio di emergenza, così come normato in Toscana dalla L. 40/2005 che invitiamo a leggere. Inoltre i dati degli ultimi due anni parlano chiaro e dicono questo: la differenza tra i due modelli ha portato a uno (dicesi uno!) accesso in più al giorno al Pronto soccorso delle Scotte (peraltro possiamo immaginare che si tratti di pazienti da codice verde, perché se il medico lascia a casa pazienti da codice giallo o rosso, ci sarebbe di che preoccuparsi). Vogliamo sperare che non sia questo a determinare sovraffollamento.

La sinergia tra professionisti passa proprio da reti ed integrazione; l’ambulanza infermierizzata risponde a pieno a tale requisito, gestendo in autonomia i casi gestibili, ma facendo riferimento al medico di centrale (che peraltro è lì per quello) e all’automedica quando necessario, valorizzando proprio il ruolo dello stesso medico. Queste cose le abbiamo dette anche all’assessore Appolloni in tempi non sospetti, ma evidentemente non siamo riusciti a farci comprendere o comunque i luoghi comuni hanno prevalso. Al dg D’Urso riconosciamo l’onestà intellettuale di aver affermato, dati alla mano, che il modello “ambulanza infermierizzata” su Siena ha funzionato e funziona, ma in virtù di questo ci saremmo aspettati una risposta diversa, tanto più che – questo è stato omesso – il modello è ben presente, radicato e funzionante (12 ambulanze in tutto) nelle altre due province della Ausl Sud-Est.

Chiederemo all’assessore Saccardi se pensa che il sistema sanitario toscano debba reggersi su evidenze e ricerca di appropriatezza, o focalizzarsi su personalismi e luoghi comuni. Ai colleghi infermieri del 118 di Siena che dopo un anno di lavoro ricco di risultati gratificanti, si trovano oggi “scaricati” da tutti, vogliamo solo dire grazie per la professionalità e la pazienza che hanno dimostrato e che stanno dimostrando.

Redazione Nurse Times

Fonte: www.fnopi.it

 

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