Slittano al 30 settembre 2020 le graduatorie del 2012-2015.
Un anno di speranza in più per oltre 50mila idonei nei concorsi pubblici. Slitta al 30 settembre 2020 la validità delle graduatorie relative al triennio 2012-2014, scadute lo scorso 30 settembre. Saranno valide, sempre fino al 30 settembre 2020, anche le graduatorie del 2015, che sarebbero scadute il 31 marzo dell’anno prossimo. In questo modo tutte le graduatorie dal 2012 al 2015 vengono allineate alla scadenza di quelle del 2016. Non ci saranno più chance di assunzione per 30mila aspiranti dipendentipubblici risultati idonei nei concorsi più datati.
Le graduatorie del biennio 2010-2011, anch’esse scadute a fine settembre, non saranno infatti prorogate. Trova così conferma la volontà da parte della Funzione pubblica di concedere un anno in più agli idonei in scadenza, vista anche la dead line estremamente ravvicinata (30 settembre 2019) ereditata dal Governo M5S-Pd, garantendo al contempo “il diritto di accesso alla p.a. dei più giovani e di chi ha superato un concorso negli ultimi due o tre anni”.
A tradurre in norma di legge l’auspicio del ministro per la Pubblica amministrazione, Fabiana Dadone, è un emendamento che Gianni Girotto, relatore del ddl di conversione del decreto legge sulle crisi aziendali (di n. 101/2019), all’esame del senato, ha concordato con l’esecutivo. Il provvedimento sarebbe dovuto andare in aula ieri, ma resterà ancora una settimana all’esame delle Commissioni Lavoro e Industria di Palazzo Madama, in attesa che arrivi un corposo pacchetto di emendamenti del Governo, che spazierà dalle tutele per i rider del cibo a domicilio all’end of waste (la definizione dei processi che permettono la trasformazione dei rifiuti in prodotti uniti), passando per il finanziamento al worker buyout (l’acquisto da parte dei dipendenti delle imprese in crisi di cui erano lavoratori) e alla rimodulazione degli incentivi per gli interventi di efficienza energetica previsti dal recente decreto crescita (art. 10 del dl n.34/2019), che saranno rimodulati in modo da favorire anche le piccole attività imprenditoriali e artigiane in difficoltà nell’utilizzare lo sgravio sotto forma di credito di imposta.
Sui rider il nodo da sciogliere riguarda la soglia di guadagno annuale, al di sopra della quale i ciclofattorini godranno delle stesse garanzie del lavoro subordinato. Per chi invece svolge l’attività in modo occasionale, fermo restando il divieto di cottimo, ci saranno garanzie minime quali la paga minima oraria legata al contratto nazionale, nonché tutele previdenziali e in materia di sicurezza sul lavoro. La maggioranza punta, con un emendamento governativo, a stabilire che siano i contratti collettivi a definire i criteri di determinazione del compenso complessivo, tenendo conto delle modalità di svolgimento della prestazione e dell’organizzazione del committente. Qualora non ci fosse il Ccnl, i rider non potranno comunque essere retribuiti sulla base delle consegne effettuate. Quel che è certo è che la nuova disciplina per il lavoro dei ciclofattorini entrerà in vigore tra un anno.
Redazione Nurse Times
Fonte: Italia Oggi
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