Lo dimostrano i risultati degli esperimenti condotti sulle scimmie dai ricercatori di Pittsburgh (Usa).
Il vaccino vivo attenuato BCG (bacillo di Calmette Guérin) è efficace nella prevenzione di gravi forme infantili di tubercolosi, ma non sempre fornisce una protezione adeguata dal contagio. Testando i suoi effetti sulle scimmie, i ricercatori della School of Medicine dell’Università di Pittsburgh hanno stabilito che si possono ottenere risultati migliori somministrandolo per via endovenosa. Come spiegano nel loro studio, pubblicato sulla rivista Nature, iniettare il vaccino sottopelle non offre infatti una protezione altrettanto completa.
Le scimmie utilizzate per la ricerca sono state divise in sei gruppi: uno era composto da esemplari non vaccinati; gli altri cinque da quelli a cui era stato somministrato il vaccino in vari modi (con iniezione sottopelle, tramite spray nasale, per via endovenosa o tramite combinazioni dei vari metodi). Dopo sei mesi, il team ha esposto i primati ai batteri della tubercolosi e ha analizzato la risposta del loro organismo. I risultati hanno evidenziato che solo gli animali a cui il vaccino era stato somministrato per via endovenosa godevano di una protezione quasi completa, mentre gli altri erano meno protetti.
“Gli effetti sono sorprendenti – spiega Joanne Flynn, autrice dello studio –. Quando abbiamo confrontato i polmoni degli animali trattati col vaccino per via endovenosa con quelli degli animali trattati con somministrazione sottocutanea, abbiamo visto una riduzione di 100mila volte del carico batterico. Nove scimmie su dieci non hanno mostrato alcuna infiammazione”. Ora i ricercatori sperano di poter testare sull’uomo i risultati ottenuti. La tubercolosi è ancora una delle dieci principali cause di morte nel mondo: solo nel 2017 si sono registrati 10 milioni di casi a livello globale e 1,6 milioni di persone hanno perso la vita a causa della malattia.
Redazione Nurse Times
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