Il governatore Zingaretti parla di svolta epocale, ma la Regione non esce dal piano di rientro e mantiene l’addizionale Irpef, ancora tra le più alte d’Italia.
Dopo 11 anni, ieri il Lazio è uscito dal commissariamento nella sanità. «Una giornata storica – esulta il presidente della Regione, Nicola Zingaretti (foto) –. C’è un riformismo che cambia le cose e che ha portato il disavanzo da 2 miliardi di euro a un attivo di alcuni milioni». Tecnicamente, l’uscita dallo status di “libertà vigilata”, è avvenuto con il voto della conferenza Stato-Regioni, presieduta dal ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, che ha anche approvato il Piano di riorganizzazione, riqualificazione e sviluppo del Servizio sanitario regionale dal 2019 al 2021.
Attenzione però. L’uscita dal commissariamento vuol dire che la Regione non ha più l’obbligo di condividere con il ministero la pianificazione e la programmazione. Ma non significa fuoriuscita dal piano di rientro. In altre parole, ogni anno, il 1° gennaio, la Regione dovrà continuare a pagare un miliardo e 200 milioni, corrispondenti alla rata dei debiti contratti, per recuperare il pregresso, perché i mutui hanno durata trentennale. Questo è il motivo per cui la Regione manterrà l’addizionale Irpef, che è ancora tra le più alte d’Italia. Non solo: per altri due anni il Lazio sarà ancora sorvegliato speciale. Rimarrà cioè aperto un tavolo di verifica con il ministero, che vigilerà sui conti.
«Ora si apre una bella stagione di assunzioni, e anche di investimenti per centinaia di milioni di euro sulle infrastrutture sanitarie», aggiunge Zingaretti. Seguito dal suo assessore alla Sanità, Alessio D’Amato: «II Sistema sanitario del Lazio ha riacquistato credibilità. Veniva commissariato l’11 luglio 2008, con un disavanzo annuale che ammontava a 2 miliardi. Quando siamo arrivati in Regione il disavanzo era ancora di 700 milioni. Oggi, per la prima volta, il consuntivo si è chiuso in attivo, e i punteggi Lea, i livelli essenziali di assistenza, sono di 30 punti sopra la soglia di adempienza».
“Per il momento – dichiarano in un comunicato congiunto i sindacati confederali del Lazio – gli effetti più importanti dell’uscita dal commissariamento sono l’abbattimento del superticket, che, anche grazie a un importante accordo sindacale, è stato abolito per una larga fascia della popolazione, e lo sblocco del turnover, che vuol dire nuove assunzioni, più personale nei servizi e quindi più qualità”.
«In questi 11 anni – spiega Natale Di Cola, segretario Cgil Roma e Lazio – sono andate via 8mila persone, che ora devono essere rimpiazzate». Aggiunge Paolo Terrinoni, segretario generale Fnp Cisl: «La percezione dei cittadini è negativa. Le liste d’attesa sono ancora lunghissime, le case della salute non sono decollate». E il gruppo FdI dichiara: «Ora Zingaretti non ha più scuse».
Redazione Nurse Times
Fonte: la Repubblica
Lascia un commento