Era tornato a Roseto per partecipare a un funerale, senza sapere di aver contratto l’infezione nel Lodigiano.
«Ho ricevuto insulti per l’intera giornata: su Facebook, tramite messaggio sul telefonino; addirittura mi hanno minacciato telefonicamente». Parola dell’infermiere 47enne di Roseto degli Abruzzi ricoverato nel pomeriggio di giovedì a Teramo e risultato negativo al coronavirus venerdì sera.
L’uomo, che lavora in una clinica privata nel Lodigiano, era tornato a Roseto martedì per partecipare al funerale del patrigno, morto la sera prima. Si è sentito male mentre pranzava con i parenti in un ristorante subito dopo l’omelia, con sintomi quali febbre e tosse. Allora ha subito allertato il 118 e, siccome proveniva da una “zona rossa”, il personale sanitario lo ha prelevato da casa con l’ambulanza.
«Non sarei mai tornato se non per un motivo serio come la perdita di un parente stretto – continua l’infermiere, provato dopo una giornata di offese –. Mi ero fatto controllare e autorizzare prima di partire. Inoltre era più di una settimana che non mi lasciavano uscire, proprio per non correre il rischio di essere contagiato e di infettare quindi colleghi e pazienti».
Redazione Nurse Times
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