Ci si approccia alla fase due. Continuano i controlli per verificare gli effettivamente contagiati tra tamponi e test sierologici. Intanto, la Lombardia è alle prese con gli esiti delle prime indagini.
Nel Bresciano, sono stati eseguiti 8.710 test – tra personale sanitario e persone che si trovavano in isolamento -: di questi, 1.175 (pari al 13,4%) sono risultati positivi. Questo riporta il “Giornale di Brescia” che analizza i report regionale.
Per quanto riguarda gli operatori sanitari: sugli 8.093 kit utilizzati, a risultare positivi sono stati 903. L’11,2% a fronte dell’87,8% di negativi (7.102). La seconda è quella dei cittadini che erano in quarantena obbligatoria o fiduciaria: delle 617 persone sottoposte al test, 272 sono risultate positive. A questo dato va aggiunto poi quello dei cosiddetti «test dubbi» che, nel Bresciano sono una ventina, pari al 3,2% degli esami complessivi. L’Ats della Montagna avvierà invece le attività di prelievo nei prossimi giorni. Di qui, le conclusioni: «Il rischio di nuovi focolai – si legge chiaramente nel report stilato dalla Lombardia – è concreto e le misure per la ripartenza devono tenere conto di questo aspetto».
Il secondo fronte è quello dei tamponi, che servono invece per capire se – scavalcati i sintomi ed esaurito il periodo di quarantena – si è ancora oppure no contagiosi. Al momento i tamponi complessivi eseguiti nel Bresciano sono 89.617 in tutto, di questi 20.022 sono risultati positivi: il 22,34%, vale a dire due su dieci. Guardando ai singoli laboratori lombardi, il secondo dato più alto di positivi si è registrato tra i tamponi analizzati all’ospedale Civile di Brescia, dove è stato riscontrato il 42% di cittadini ancora contagiosi, percentuale più bassa solo rispetto a quella riscontrata al laboratorio Cerba HC di Milano (52%), dove però sono stati analizzati meno campioni (829 in tutto rispetto ai 26.789 elaborati al Civile).
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