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Massimo Randolfi

Curva dell’epidemia decresce ma non bisogna violare le regole di comportamento

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Curva dell'epidemia decresce ma non bisogna violare le regole di comportamento
immagine da pixabay.com
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Il virus non è cambiato – ha detto il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Silvio Brusaferro -, ha le stesse caratteristiche e la stessa modalità di trasmissione che aveva nella fase 1, perciò violare le regole di comportamento per la prevenzione del contagio potrebbe facilitare la circolazione”, tuttavia “la curva dell’epidemia sta decrescendo, stiamo andando verso un numero più basso dei casi in tutte le regioni, compresa la Lombardia”.

Sono queste le ultime notizie pubblicate sul sito web del Governo. La prevenzione, l’attenzione al comportamento e il distanziamento sociale sono più che mai necessari.

Sulla base delle 2417 schede di decesso analizzate finora (il 9 per cento del totale), emerge che l’infezione da SarsCoV2 rappresenta la prima causa di morte nell’88,2 per cento dei casi (2133). Mentre nel resto dei pazienti deceduti, l’infezione si è sovrapposta ad altre patologie. Nell’88% dei casi Covid-19 è la prima causa di morte 

Inoltre, dall’inizio dell’epidemia al 22 Aprile sono stati diagnosticati e notificati al sistema di sorveglianza 6.395 casi (il 5,1 per cento del totale) attribuibili a individui di nazionalità straniera. “In linea di massima si può confutare l’ipotesi di una differenza di rischio fra stranieri e italiani” ha sottolineato Giovanni Rezza, appena nominato nuovo direttore generale della prevenzione sanitaria del ministero della Salute. La minore incidenza dell’infezione nella popolazione straniera e la notifica dei casi ritardata rispetto a quella negli italiani“potrebbero riflettere un ridotto o ritardato accesso ai tamponi per la diagnosi”.

Questa è una “analisi preliminare” per ora, quindi, queste sono soltanto “ipotesi da interpretare con cautela”.

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