La battaglia contro il Covid talvolta può essere vinta grazie alla pazienza dell’equipe sanitaria: una parola gentile può tanto. Lo racconta un avvocato di Barletta che è ora guarito dal virus e che, dice, non smetterà mai di ringraziare tutti al “Vittorio Emanuele II” che, a dispetto di una struttura non proprio nuova, è stata sempre pronta e attenta.
Dal 14 marzo Ruccio Dell’Aquila ha iniziato ad avvertire i sintomi del coronavirus. L’agitazione nello scoprire la positività, la paura di contagiare i familiari, emergono dal suo racconto fatto alla “Gazzetta del Mezzogiorno”.
“In piena notte abbiamo allertato il 118, – racconta. “Mi si sono avvicinate due figure che riconoscevo a fatica per via dei dispositivi di protezione dai quali erano ricoperti, che mi hanno condotto a bordo dell’autolettiga in quel di Bisceglie! Non sapevo né dove andavo né che cosa stesse per accadermi”.
“Ho creduto che la mia esistenza stesse volgendo al termine, non perché lo avvertissi nel corpo, ma perché nella mia postazione si alternavano freneticamente infermieri, OSS e medici che, tra flebo, iniezioni e pillole, mi sussurravano, senza conoscermi, frasi di incoraggiamento con toni familiari, quasi ci conoscessimo!“.
Il paziente era stato condotto nel reparto “infettivi” del nosocomio biscegliese. Lì altri medici e infermieri lo hanno accolto facendolo sentire “a casa” per quanto fosse possibile.
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