Le due province liguri, secondo l’Inail, hanno pagato il prezzo più alto. La categoria degli infermieri è quella maggiormente colpita.
Le province di Imperia e Savona sono quelle che hanno registrato il maggior numero di denunce per infortuni sul lavoro legati al Covid-19. Lo fa sapere l’Inail, che nel periodo di riferimento (tra gennaio e il 31 maggio) ha attivato complessivamente 780 pratiche, il 36,6% di quelle che interessano in totale la Liguria. Sono medici, infermieri e operatori socio-sanitari ad aver pagato il tributo più alto al contagio (la prima categoria è quella degli infermieri).
Imperia – In rapporto al numero di residenti l’estremo Ponente ha avuto l’incidenza più alta di infortuni Covid-19 in Liguria (il 20,2% del totale). Queste le cifre: 431 casi suddivisi tra 303 donne e 138 uomini. Queste le fasce d’età: 62 tra i 18 e i 34 anni; 155 tra i 35 ei 49 anni; 201 tra i 51 e i 64 anni, 13 oltre i 65 anni. Un solo decesso.
Savona – Il 16,4% delle denunce Inail in Liguria è arrivato dal Savonese (seconda in Liguria rispetto alla popolazione). I casi sono stati 349, 239 donne e 110 uomini. Queste le fasce d’età: 55 tra i 18 e i 34 anni; 146 tra i 35 ei 49 anni; 143 tra i 51 e i 64 anni, 5 oltre i 65 anni. Un solo decesso.
Liguria – In regione i casi trattati dall’Inail sono stati complessivamente 2131 (1484 donne, pari al 69,6% e 647 uomini, 30,4), il 4,5% su scala nazionale. Complessivamente i morti sono stati dieci. Nella triste classifica nazionale la Liguria è sesta dopo la Toscana.
Professioni – Questa l’incidenza del Covid-19 in ambiti lavorativi su scala regionale: tra i tecnici della salute l’87,2% sono infermieri; tra le professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali il 99,8% sono operatori socio sanitari; tra le professioni qualificate nei servizi personali ed assimilati il 57,9% sono assistenti ed accompagnatori per disabili in istituzioni; tra il personale non qualificato nei servizi di istruzione e sanitari il 69,6% sono ausiliari ospedalieri.
Attività economiche – La gestione industria e servizi registra il 97,4% delle denunce, seguono la navigazione (1,9%) e la gestione per conto dello Stato (0,7%). Poco meno del 90% delle denunce codificate per settore di attività economica (Ateco) riguarda gli ospedali, le case di cura e di riposo del settore «Sanità e assistenza sociale» (75,3% delle denunce) e gli organi preposti alla sanità, come le Asl, dell’«Amministrazione pubblica» (11,8%). Le professionalità più colpite sono infermieri, medici, operatori socio-sanitari e ausiliari ospedalieri. Il settore “Noleggio e servizi alle imprese” registra il 2,6% delle denunce codificate: gli addetti alle pulizie tra i più colpiti (“personale non qualificato nei servizi di pulizia, ecc.”, 2,2% delle denunce) e i lavoratori interinali “prestati” a svariate attività e professionalità (comprese quelle di natura sanitaria e di pulizia). Nel settore del commercio, presente con il 2,1% delle denunce, prevalgono le attività svolte in supermercati e farmacie, sostanzialmente addetti alle vendite.
Redazione Nurse Times
Fonte: La Stampa
Aggiornamenti in tempo reale sull’epidemia in Italia
Aiutateci ad aiutarvi
Lascia un commento