La lettera di una mamma, moglie di infermiere
Sembra una normale estate, fatta di spiagge piene di ombrelloni che si toccano, gente in “fila” per comprare la colazione, la birra, il gelato al chiosco del lido, ragazzi che ballano e si accalcano per ordinare un cocktail al bancone del bar, onde di persone che passeggiano tra i negozi del centro e turisti che si affollano davanti alle bancarelle per comprare qualche souvenir.
Per colpa vostra e di chi vi sta permettendo di fare tutto questo, noi rischiamo ancora una volta di dover separare le nostre famiglie, di vivere distanti dai nostri mariti, di non abbracciare i nostri figli!
Io non voglio più vedere mio figlio guardare suo padre attraverso una vetrata, sorridergli e sgambettare per essere preso in braccio, senza sapere che non potrà ottenere nulla. Non voglio più essere costretta a preparare per il mio compagno un vassoio con il pasto nei piatti di plastica stile mensa e lasciarlo nella “zona filtro” allestita nella nostra stessa casa, da cui lui poi lo prenderà e lo consumerà da solo su un mini tavolino nella stessa stanza in cui e’ costretto a dormire. E non voglio più parlare con lui tramite cellulare o messaggi vocali, nonostante ci troviamo sotto lo stesso tetto.. o guardare lo stesso film da due televisioni diverse.. o godermi da sola i progressi di nostro figlio e mostrarli al papà tramite video. Non voglio più che mio figlio mi veda piangere ogni giorno. Non è giusto.
Questa non è vita. Questa è sopravvivenza.
E chi se la spassa in giro come se nulla fosse successo, evidentemente non ha passato una quarantena poi così brutta. Dicevano che il Covid ci avrebbe cambiati, ma in realtà il Covid non ha cambiato proprio nessuno.
Questa è l’immagine che rappresenta la mia prima festa della mamma. Bella no?!
Alessia Brognara, foto di Francesco Chirizzi
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