La figura dell’operatore socio sanitario, nasce con l’accordo del 22 febbraio 2001 (pubblicato sulla G.U. n. 91 del 19/04/2001) in seno alla conferenza Stato Regioni.
La sua istituzione nasce dall’esigenza di migliorare la qualità assistenziale, coadiuvando l’Infermiere, unica figura responsabile del processo assistenziale (D.M. 739/94).
L’attuazione del processo assistenziale, permette la costruzione di un percorso logico, che consente all’infermiere, attraverso un processo decisionale, di attribuire compiti al personale di supporto, e di organizzare il processo assistenziale.
I cambiamenti che hanno investito il SSN hanno portato grandi modifiche sul piano organizzativo e professionale infermieristico possono essere articolati in 4 punti fondamentali:
- Una nuova domanda di salute connotata da una sempre maggiore consapevolezza dei cittadini.
- Innovazioni del SSN quali l’aziendalizzazione, l’istituzione del SSR, istituzione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), programma ECM ecc.
- La riforma dei percorsi formativi infermieristici a partire dalla L. 341/90 (ist. DU) fino al D.M. 9 luglio 2004 che ha dato avvio alla Laurea Specialistica.
- L’evoluzione dell’esercizio professionale iniziato con il D.M. 739/94, seguito dalla L.42/99, dal Cod. Deontologico, dalla L.251/2000 e dalla L. 43/2006.
L’OSS è responsabile degli interventi assistenziali da lui svolti, compresi e definiti nel processo assistenziale. L’assegnazione e/o accettazione delle attività sanitarie e sociali dipendono dalle condizioni psico-fisiche delle persone da assistere, condizioni che vengono definite dall’Infermiere.
Somministrazione di farmaci
L’OSS, sotto la vigilanza e su assegnazione dell’Infermiere responsabile dell’assistenza, aiuta l’utente per la corretta assunzione dei farmaci prescritti e utilizza correttamente apparecchi medicali di semplice uso.
Durante lo svolgimento del lavoro assegnato, l’OSS deve sapere riconoscere evidenti segni di anomalie e di cambiamenti della persona assistita che dovrà tempestivamente segnalare all’Infermiere.
Le responsabilità
La responsabilità assegnata all’infermiere per legge riguarda nello specifico la valutazione, pianificazione, monitoraggio dell’assistenza alla persona e comporta che, se necessario, al momento dell’attribuzione di un compito-attività ad un operatore di supporto, l’infermiere valuti la sua capacità tecnico professionale mantenendo le funzioni di controllo e la possibilità di intervenire sull’operato.
Questo significa che quando l’infermiere si avvale di operatori di supporto, deve costantemente e preventivamente verificare il livello di competenza di tali figure; discernere attentamente se e quali mansioni affidare e garantire sistematica e adeguata supervisione su quanto in via di effettuazione, mantenendo comunque la responsabilità dei risultati.
Una mancata selezione e vigilanza e le colpe che possono derivare all’infermiere un addebito di corresponsabilità possono atteggiarsi come colpa nell’attribuzione di attività.
In particolare nella scelta dell’oggetto della funzione da attribuire o nella scelta del destinatario di essa (culpa in eligendo), e come colpa nella sorveglianza sull’operato del destinatario della delega stessa (culpa in vigilando).
Nel caso del trattamento delle lesioni da pressione, l’infermiere ha la responsabilità del caso, della pianificazione dell’assistenza, e l’OSS ha la responsabilità esecutiva. In dettaglio, l’infermiere esegue la valutazione della lesione, pianifica il trattamento locale sulla base della valutazione complessiva dell’individuo e degli obiettivi di trattamento.
L’OSS può eseguire delle medicazioni semplici (a piatto) come ad esempio la medicazione delle lesioni di categoria/ grado/stadio 1, sulla base delle indicazioni derivate dalla pianificazione infermieristica, può assistere l’infermiere nell’esecuzione delle medicazioni complesse, ma non può effettuare le stesse.
Lucia Gravina
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