Intervista esclusiva di Nurse Times a Nicola Colamaria, infermiere impegnato nel Servizio di emergenza territoriale 118 di Rimini che si propone con la lista “MettiAMOci in Ordine” alla guida dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche riminese
Chi è Nicola Colamaria?
Sono un infermiere dipendente dell’Azienda USL della Romagna e, dopo un’esperienza di alcuni anni in pronto soccorso, svolgo la mia attività professionale nel Servizio di emergenza territoriale 118 di Rimini da circa 11 anni.
Nel 2010 ho conseguito la laurea magistrale in scienze infermieristiche ed ostetriche e successivamente il master in area critica seguito da un corso di alta formazione in infermieristica forense. Da alcuni anni sono docente di “Infermieristica dell’area critica” nel corso di laurea in infermieristica del Campus di Ravenna, Università degli Studi di Bologna.
In sinergia con l’amico e collega Andrea Andreucci coordino l’attività del Comitato scientifico del Congresso nazionale di emergenza Urgenza giunto alla 2° edizione (riprogrammata per marzo 2021). Nel settembre 2019 ho partecipato alla fondazione della Società italiana degli infermieri di emergenza territoriale (www.siiet.org), la prima associazione italiana, e imminente società scientifica, di infermieri che operano esclusivamente nel SET 118.
Chi mi conosce bene sa quanto sono appassionato della parte clinica della nostra professione, che continua ad arricchirmi e appagarmi, alla quale ho affiancato, negli ultimi anni, un vivo interesse per la politica professionale. Credo e sostengo con forza le enormi potenzialità, soprattutto intellettuali, della nostra professione che, a mio avviso, ha un’impellente necessità di credere e investire sul proprio propulsore, le competenze.
L’infermieristica italiana si trova al centro di questa emergenza sanitaria, qualche giorno fa sono scesi in piazza per alcune rivendicazioni. Come valuti l’attenzione della politica alla causa degli infermieri italiani?
Come ho già avuto occasione di scrivere, quest’anno la vera giornata dell’infermiere è stata il 15 ottobre 2020. Giovedì scorso tante trasmissioni televisive di intrattenimento e attualità si sono collegate con le piazze di Roma e tutti i TG hanno dato voce alla protesta degli infermieri. L’opinione pubblica ora forse è più consapevole che gli infermieri non sono eroi ma professionisti. In Italia ne mancano 53.000 e che quelli che svolgono la professione si fanno carico anche del lavoro di chi manca, garantendo un’assistenza sanitaria fra le migliori al mondo a fronte di uno stipendio fra i più bassi d’Europa.
I politici dei diversi schieramenti sono scesi tra gli infermieri, questo è innegabile. Il vice-ministro della salute ha garantito un impegno personale, così come alcuni compenti delle diverse commissioni, ma non dimentichiamo che le ragioni della protesta risiedono proprio nella latitanza della politica. Le promesse fatte in tempo di guerra si sono tradotte in mance economiche una tantum che poco attengono al riconoscimento professionale che rivendicano gli infermieri italiani, basti pensare che ad oggi una sola regione sta cercando di applicare le normative contrattuali sull’infermiere esperto e l’infermiere specialista.
L’assistenza infermieristica rappresenta l’ossatura del SSN che, però, negli ultimi anni manifesta chiare e inequivocabili aree osteoporotiche. La politica ha, quindi, il dovere di intervenire quanto prima e concretamente. È mandatario evitare fratture che metterebbero a serio repentaglio la risposta sanitaria del paese, proprio nel momento in cui il numero dei contagi da Covid-19 sta risalendo vertiginosamente.
Quali sono le motivazioni che ti hanno spinto a candidarti per l’Ordine delle professioni infermieristiche di Rimini?
La motivazione è quella di voler fornire il mio personale contributo. Credo di avere una buona esperienza umana e professionale, la volontà, le energie, il tempo e le competenze da dedicare al progetto. Mi auguro mi sarà concessa la fiducia indispensabile per poter guidare l’Ordine con l’insostituibile supporto del gruppo di professionisti che compongono la lista “MettiAMOci in Ordine”. Una compagine costituita da 25 professionisti provenienti dai diversi setting assistenziali e che annovera al proprio interno alcune tra le attuali cariche dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Rimini, colleghi provenienti dal mondo professionale del privato e una giovane collega laureatasi nell’anno della pandemia. Il nome della lista è stato adottato nella forma che vedete per evidenziare l’AMOre che, quando incontra la passione professionale, riempie e completa i propositi.
Quali sono a tuo avviso le problematiche di cui dovrebbe occuparsi nell’immediato l’Opi di Rimini?
Il mio impegno, unitamente a quello del gruppo di cui sono referente, sarà orientato a rafforzare la presenza dell’Ordine di Rimini sul territorio. Crediamo fortemente che la strada da percorrere sia quella dell’alleanza con i cittadini e le istituzioni. Ed è in questa direzione che, ad esempio, ci impegneremo per partecipare alla determinazione di quello che sarà il futuro infermiere di famiglia e di comunità. È stata disegnata la cornice entro la quale opererà l’IFC, ora il grosso della partita si gioca nella definizione concreta delle competenze e delle funzioni del futuro professionista. OPI Rimini si impegnerà a fare la propria parte, da protagonista.
Nell’immediato occorre sostenere i colleghi che sono impegnati nella risposta assistenziale alla pandemia che ha ripreso vigore. I numeri stanno crescendo quotidianamente ed è quindi verosimile ipotizzare una riconversione, ci auguriamo parziale, di alcune strutture per rispondere prontamente al bisogno di salute. In questa fase gli infermieri e i cittadini devono percepire la vicinanza e il sostegno dell’Ordine che deve tradursi in un canale diretto di ascolto e di risposta in tempo reale.
Quali strategie da mettere in campo per raggiungere gli obiettivi?
La strategia vincente è dettata dall’impegno e dall’apporto dei diversi componenti della lista ma in particolar modo degli iscritti. Il primo passo sarà di riuscire a coinvolgerli nell’attività del loro Ordine professionale, cominciando dall’accoglienza all’interno della struttura. Lasciata alle spalle questa pandemia, nella mia vision gli spazi dovrebbero essere messi a disposizione dell’associazionismo professionale e dei singoli che necessitano di consulenze oppure di fare ricerca o ancora di formarsi.
Passo dopo passo è necessario plasmare la consapevolezza delle attuali e future potenzialità di sviluppo professionale che rappresenteranno la spinta propulsiva dell’Ordine.
Alla formazione ECM dedicata agli iscritti dovranno essere affiancati incontri pubblici, seminari di approfondimento, tavole rotonde e dibattiti che riconoscano il ruolo cardine dell’infermieristica, slegandoli dalla sola giornata del 12 maggio.
Occorre creare relazioni proficue con gli stakeholder e soprattutto con gli altri ordini professionali, in particolar modo in ambito regionale. Nei luoghi in cui si programma la politica sanitaria regionale e locale l’Ordine deve esserci per sostenere la professione e i professionisti.
Per i colleghi della Provincia di Rimini chiamati a esprimere la loro preferenza di voto il programma della lista è disponibile consultando il sito: https://mettiamociinordine.wixsite.com/2020.
Lancia un appello ai tuoi elettori per un voto consapevole:
Le cucinette delle unità operative e le chat tra colleghi non rappresentano i luoghi migliori dove cercare risposte alle difficoltà che una professione come la nostra porta con sé. Nei social si leggono quotidianamente commenti sull’inutilità dell’Ordine (che io al contrario scrivo con la lettera maiuscola) e della relativa tassa, un gruppo infermieristico propone addirittura un referendum per abolirlo. Una parte della comunità professionale che vorrebbe distruggere sè stessa!
Niente di più sbagliato! L’Ordine deve esistere, crescere e svilupparsi. Deve sedersi ai tavoli dei decisori politici e amministrativi per rappresentare e sostenere le istanze dei cittadini e dei professionisti nei luoghi in cui si programma la salute pubblica, non mi stancherò mai di ripeterlo. Gli infermieri devono scegliersi i rappresentanti nella maniera più democratica possibile, andando a votare il 15 e il 16 novembre (in 3a convocazione) presso la sede OPI di Rimini in via Flaminia 185/e.
Nicola Colamaria
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