Il Consiglio regionale ha sollecitato il Governo a porre in atto tutte le azioni necessarie a tal fine.
Come riportato sul sito dell’Aisf (Associazione italiana sindrome fibromialgica), il Consiglio regionale della Lombardia, durante la seduta dello scorso 20 ottobre, ha approvato all’unanimità una mozione con cui si impegna a intervenire presso il Governo affinché siano messe in atto tutte le azioni necessarie per l’inserimento delle prestazioni mediche relative alla diagnosi e alla cura della fibromialgia nei livelli essenziali di assistenza (Lea).
Nel testo approvato si ribadisce l’importanza di agire su una patologia come la fibromialgia, malattia reumatica caratterizzata da dolore cronico diffuso associato alla presenza di punti dolorosi (tender points). Pur interessando circa 3/4 milioni di italiani, è ancora poco conosciuta e non ha ottenuto il dovuto riconoscimento dal ministero della Salute, cosa che impedisce ai pazienti di ottenere un’idonea diagnosi e, conseguentemente, l’accesso a cure e trattamenti adeguati.
Lo stesso documento sottolinea che la fibromialgia rappresenta, per coloro che ne soffrono, un problema reale. Le condizioni di chi ne è affetto, aggravate dai disturbi cronici della patologia, sovente portano infatti all’alterazione dei rapporti familiari, oltre a importare la necessità di sostenere costi importanti per esami, visite e attività di ricerca terapiche e che sia l’Oms ha riconosciuto tale sindrome ormai da anni e che anche il Parlamento europeo ha più volte invitato i vari Stati membri a occuparsene.
In Italia il Consiglio Superiore di Sanità ha recentemente espresso un parere per inserire la fibromialgia tra le malattie croniche invalidanti meritevoli di esenzione dai ticket. Ciononostante, la fibromialgia risulta ancora assente dal nomenclatore del ministero della Salute, non esistono adeguati protocolli clinici assistenziali e non è prevista alcuna forma di esenzione alla partecipazione di spesa.
Redazione Nurse Times
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