Protagonisti infermieri e medici in “A viso aperto“, docufilm girato tra febbraio e maggio scorso,firmato da Ambrogio e Luigi Crespi, che racconta il nostro Paese nei primi mesi della pandemia.
Il docu-roadmovie è stato presentato da Simeu, la Società Italiana della Medicina d’Urgenza, che rappresenta i medici e gli infermieri dei pronto soccorso e che si sono trovati a gestire un’emergenza senza precedenti – parte dalla Lombardia fino ad arrivare in Piemonte e in Veneto.
Ripercorre, racconta la Repubblica, le aree del Paese più devastate dai primi mesi della pandemia. Cremona, Crema, Bergamo, Brescia e Milano, le città che più hanno sofferto l’attacco del nuovo coronavirus.
“A viso Aperto” racconta tutto nei dettagli. Interviste ai protagonisti di quei mesi difficili si susseguono a immagini della città deserta. Il docufilm diviene un monito a non ripetere gli stessi errori, adesso che i contagi tornano ad aumentare.
“All’inizio eravamo visti come eroi sia dentro sia fuori dagli ospedali e ci sentivamo tali – dice Giuseppe Lauria, direttore della Medicina d’urgenza dell’ospedale di Cuneo -. Questa era una potente benzina che ci dava una grande spinta nel sostenere l’enorme sforzo fisico ed emotivo che ci veniva richiesto. Ma ora che l’aura di eroe si è dissolta, un po’ per la stanchezza e un po’ perché all’esterno sembrano aver dimenticato i nostri sacrifici, sarà probabilmente più dura affrontare situazioni simili a quelle passate nei primi mesi della pandemia”.
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