Diverse manifestazioni, dai toni non sempre pacifici, hanno avuto luogo a Milano, Torino, Napoli, Trieste…
In tutta Italia continuano le proteste contro le restrizioni imposte dal nuovo Dpcm per porre un freno alla diffusione dell’epidemia di coronavirus. La rabbia dei cittadini si sfoga per le strade, unita all’azione dei soliti facinorosi, che hanno fatto ben presto degenerare la situazione.
Particolarmente caldo il clima a Milano. Un fitto lancio di pietre, bottiglie e grossi petardi è stato attuato ieri sera da chi ha preso parte a una manifestazione contro le disposizioni anti-Covid nel capoluogo lombardo, vicino alla sede della Regione. I manifestanti, alcuni dei quali armati di catene, e quindi con intenzioni tutt’altro che pacifiche. Un poliziotto è stato ferito, sembra in maniera non grave, davanti alla stazione centrale, dove il corteo si è spostato. Colpito da un oggetto, forse una bottiglia, ha dovuto far ricorso alle cure mediche. Il corteo è stato poi disperso dalle forze dell’ordine e 11 persone sono state portate in questura per l’identificazione a seguito degli scontri.
Gravi disordini anche a Torino, dove un gruppo di manifestanti ha distrutto le vetrine di alcuni negozi in via Roma e saccheggiato i locali. In piazza Castello, all’imbocco di via Po, altri manifestanti hanno appiccato un rogo. Cassonetti rovesciati e monopattini buttati a terra per tutta la zona di piazza Castello, sede la Regione. Nel capoluogo piemontese si è registrato anche un fitto lancio di petardi, fumogeni e bottiglie, che ha costretto la polizia a intervenire in assetto antisommossa. Il bilancio parla di due agenti feriti, sette arresti e due denunce.
A Napoli, dopo la tensione generata dalle manifestazioni dei giorni scorsi, una mobilitazione pacifica contro il Decreto del governo Conte e le ordinanze regionali di De Luca è andata in scena in una piazza del Plebiscito blindata. A protestare, le categorie economiche più colpite dalle nuove limitazioni, come ristoratori e baristi, costretti a chiudere alle 18. Nel cuore del capoluogo campano campeggiavano striscioni con lo slogan “Tu ci chiudi, tu ci paghi”. I manifestanti hanno poi raggiunto la sede della Regione al grido di “Dimissioni!”. Anche lì era presente un grande dispiegamento di forze dell’ordine.
Restando in Campania, la scorsa notte, a Salerno, un gruppetto di manifestanti ha tentato di raggiungere il quartiere “Carmine”, in cui abita il governatore De Luca. Sono stati dispersi dalle forze dell’ordine, schierate in tenuta antisommossa. La protesta era nata in maniera pacifica da oltre un centinaio di esercenti nei pressi di Municipio e Prefettura, che hanno sfilato in corteo tra le strade del centro cittadino. In via Roma è stata occupata la carreggiata ed è stato fatto esplodere un grosso petardo.
A Trieste, poi, la manifestazione di ieri sera, inscenata da piccoli imprenditori, commercianti ed esercenti, ha portato a un epilogo violento quando, dopo un incontro tra gli organizzatori e le autorità, alcuni presenti hanno lanciato fumogeni in direzione della prefettura. Secondo quanto si è appreso, sarebbero stati colpiti anche carabinieri e rappresentanti della stampa. Il caos è stato condannato dal governatore Massimiliano Fedriga e dal sindaco Roberto Dipiazza.
Ieri, nel centro storico di Roma, gli esercenti hanno svuotando fusti e lattine di birra per terra. La protesta organizzata dal MIO (Movimento Imprese Ospitalità), il Movimento che riunisce gli imprenditori del settore Horeca e il cui leader è riuscito anche a incontrare il premier Giuseppe Conte, intendeva dimostrare che la chiusura alle 18 è particolarmente dannosa per chi fa somministrazione. Anche a Centocelle c’era una folla significativa a protestare. «Facciamo sentire la nostra voce sotto le mascherine in maniera pacifica e costruttiva», hanno detto gli organizzatori dell’iniziativa, aggiungendo: «Se vogliono che rimaniamo chiusi, devono sostenere i nostri costi, le nostre spese». “Sì al lockdown se paghi affitto, F24, tasse, indennizzo, utenti”, recitava un cartello.
Momenti di tensione, sempre ieri, anche a Catania, dove sono state lanciate due bombe carta sotto la sede della Prefettura. Le deflagrazioni non hanno causato alcun ferito, ma hanno fatto scattare uno scontro tra i manifestanti che poi in nottata è rientrato. Nessun contatto tra loro e le forze dell’ordine. L’iniziativa era stata preannunciata da una campagna promossa da giorni sui social network e all’appuntamento si sono presentate diverse centinaia di persone.
Iniziative di protesta, nei giorni scorsi e nelle ultime ore, si sono svolte anche a Rimini, Catanzaro, Bari, Lecce, Palermo, Siracusa e in numerose altre città.
Redazione Nurse Times
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