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Massimo Randolfi

Si parla tanto di Covid, ma qual è la verità?

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Nuoro, infermieri con il pannolone per otto ore di turno
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“La domanda è: alla velocità con cui si saturano i reparti sapremo dove fornire assistenza respiratoria, terapeutica a TUO fratello, a TUA zia e alla TUA anziana nonna?”. Riceviamo e pubblichiamo la testimonianza di Gianluca Frisone sulla pandemia.

Generalmente non pubblico post né trascrivo pensieri sui social network ma c’è una questione che mi sta davvero a cuore.

Ogni santo giorno da ormai 9 mesi, accendiamo la tv e non si fa altro che parlare di questo dannato COVID: numeri, statistiche, dpcm, mascherine, tamponi ,virologi e chi può ne ha più ne metta. Tante, tantissime notizie e alla fine non capiamo più nulla, tante notizie che si negano una con l’altra , e alla fine per molti non esiste il virus o peggio <<è tutto un complotto>>.

Ma la verità è un altra:

La verità è che il mio reparto di medicina é diventato un reparto dedicato al Covid, la verità è che in poco più di 12 ore, il reparto ha raggiunto la capienza massima stabilita per il primo giorno di apertura; la verità è che ci sono GIOVANI ricoverati SENZA patologie pregresse; la domanda è: alla velocità con cui si saturano i reparti sapremo dove fornire assistenza respiratoria, terapeutica a TUO fratello, a TUA zia e alla TUA anziana nonna?

L’ invito a restare a casa, a limitare i contatti, all’ uso della mascherina sta anche a scongiurare il disastro del collasso sanitario. La gente si contagia a vista d’occhio e non sono chiacchiere, l’ho visto attraverso gli occhi stanchi, il casco, la tuta che mi accompagnano durante il lavoro. La gente non si ammala solo di COVID, continua ad avere ictus, carcinomi, fratture, appendiciti e proprio per questo non possiamo permetterci di essere incoscienti, non possiamo permetterci di aggravare la situazione del nostro servizio sanitario.

Non apro le parentesi interminabili sulle restrizioni ai liberi professionisti tutti, perché non ho le competenze di discuterne, me ne vogliate perdonare. Posso solo commuovermi difronte a chi si dispera per terra, difronte alle proprie attività commerciali, ristoranti, bar, cinema, teatri e ogni altra attività coinvolta; vi ringrazio tutti per i servizi che offrite e mi scuso per i sacrifici che vi impongono di fare.

Voglio ringraziare inoltre, tutti quei professionisti sanitari e non, che da mesi, lavorano duramente nei reparti COVID o con pazienti COVID, dove tute, maschere, occhiali, caschi sono diventati la loro seconda pelle. Lo sforzo enorme dimostra i veri professionisti che siamo e ancor prima le donne e gli uomini che si nascondono li sotto quelle tute, non possono che essere persone straordinarie pronte a rischiare per la professione che hanno accettato di esercitare, per i valori a cui hanno deciso di credere, e per il bene della comunità tutta, che trova di certo radice nell’etica, nella deontologia e nella più bella del mondo: la Costituzione Italiana.

Gianluca Frisone

Il messaggio ci arriva sulla nostra pagina Facebook. Inviateci la vostra testimonianza a [email protected]

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