Uno studio reso noto a luglio e tornato alla ribalta di recente suggerisce l’utilità della terapia, ma gli esperti invitano alla prudenza.
Negli ultimi tempi è tornata in voga la notizia che la lattoferrina può essere reputata una valida cura contro il coronavirus. Diverse testate giornalistiche riportano infatti la notizia di uno studio condotto dall’Università di Tor Vergata, insieme alla Sapienza, che aveva messo in evidenza come i pazienti curati con lattoferrina guarissero dal Covid-19 molto più velocemente rispetto al normale decorso della malattia. Uno studio reso noto a luglio e pubblicato sull’International Journal of Molecular Science.
Gli studiosi avevano posto la loro attenzione sulla lattoferrina dopo aver notato la bassa incidenza di infezioni da coronavirus nei neonati. La lattoferrina è una proteina globulare multifunzionale con attività antimicrobica, sia battericida che fungicida, presente nel latte (materno e animale) e svolge una funzione di protezione dell’apparato gastrointestinale nei neonati, appunto. Sembra che il Covid abbia bisogno del ferro, e la lattoferrina lo sottrae all’ambiente circostante, agendo come antagonista. Inoltre l’effetto antivirale della lattoferrina è collegato alla sua capacità di legarsi ai glicosamminoglicani della membrana plasmatica, prevenendo l’ingresso dei virus.
Lo studio era stato realizzato su circa 100 pazienti con sintomi lievi o asintomatici, come dichiara la stessa professossa Elena Campione, uno dei ricercatori coinvolti, la quale ha comunque precisato: “Usciremo da questo incubo solo con il vaccino. Il vaccino è la strada maestra per sconfiggere il Covid-19”.
Alcuni dei soggetti trattati sono guariti dal Covid in dieci-dodici giorni. La lattoferrina si è dimostrata efficace nel combattere i sintomi della malattia nei pazienti positivi all’esordio e negli asintomatici. Un aspetto confermato anche da Piera Valenti, professoressa di Microbiologia dell’Università La Sapienza, la quale aveva dichiarato che “i risultati ottenuti dimostrano che la lattoferrina blocca le fasi precoci e, a detta di colleghi dell’Università del Michigan, blocca anche quando la cellula è già infetta”.
Poiché c’è stata una corsa all’acquisto di integratori di lattoferrina, diversi esperti si sono espressi a riguardo. Il dottor Luca Cassetta, immunologo dell’Università di Edinburgo, ha commentato: “Lo studio delle Università Tor Vergata e La Sapienza suggerisce che la lattoferrina possa esercitare un’azione antivirale, legandosi alla proteina Spike S del virus Sars-Cov-2. La notizia è stata riportata dai telegiornali con un clamore mediatico a mio avviso eccessivo e prematuro. Seppur promettenti, infatti, tali dati necessitano di una rigorosa verifica in un trial clinico randomizzato per poter verificare l’effettiva efficacia di questo trattamento”.
Il virologo Roberto Burioni ha invece scritto sul suo profilo Facebook: “Ricevo molte richieste in merito, per cui rispondo collettivamente a tutti. Non esiste nessuna evidenza clinica che indichi l’utilità della lattoferrina nel prevenire o curare Covid-19”. E anche il chimico e professore Dario Bressanini, appoggiato dalla ricercatrice Beatrice Mautino, sul suo profilo Instagram si è raccomandato di non cadere nel vortice delle fake news sulle potenziali cure.
Lo studio su lattoferrina e Covid esiste e i risultati ottenuti possono suggerire che la cura funzioni, ma sono necessari ulteriori approfondimenti, come chiarisce Stefano Di Girolamo, uno degli autori della ricerca, responsabile dell’Unità di Otorinolaringoiatria del Policlinico Tor Vergata – Centro Covid 4: “Dal punto di vista clinico, i risultati sono finora molto incoraggianti, ma abbiamo bisogno di continuare per avere dati statistici ed evidenze ulteriori. La lattoferrina è una sostanza che facilita l’azione immunologica. Da sola non può sconfiggere il virus, ma è capace di rendergli l’ambiente meno ospitale”.
Redazione Nurse Times
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