La gestione della seconda ondata in Puglia ha portato la Procura ad aprire un’inchiesta. L’inchista nasce dalle verifiche sui ritardi della Protezione civile regionale nell’assunzione dei tracciatori, uomini e donne addetti al contact tracing, che avrebbero dovuto sostenere le Asl nella ricostruzione dei contatti di persone persone contagiate dal coronavirus.
Secondo l’indagine svolta da la Repubblica (C. Spagnolo), in Puglia a inizio novembre 5mila persone avevano dato la disponibilità, ma fino al 9 novembre nessuno era stato chiamato.
Nell’elenco c’erano 737 medici, 158 infermieri, 266 assistenti sanitari e tecnici della prevenzione, 733 studenti all’ultimo anno di Medicina e 3mila 635 amministrativi. Il fascilo d’indagine della Procura ora è aperto.
Il motivo del ritardo nell’assunzione è stato spiegato da “problemi tecnici” ed è stato colmato nelle ultime settimane. Tuttavia, la situazione epidemica è tornata ad esplodere rendendo impossibile il tracciamento, costringendo alla chiusura delle scuole e all’allestimento di un ospedale da campo alla Fiera del Levante.
Intanto, il dipartimento Salute della Regione ha avviato un’indagine conoscitiva per capire quanti decessi da Covid si sono verificati nelle RSA fino ad oggi.
Si cerca di capire cosa non ha funzionato nel modello organizzativo regionale.
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