“Le nostre vite sono sostenute da persone comuni, solitamente dimenticate, che non compaiono nei titoli dei giornali e delle riviste né nelle grandi passerelle dell’ultimo show ma, senza dubbio, stanno scrivendo oggi gli avvenimenti decisivi della nostra storia: medici, infermiere e infermieri, addetti dei supermercati, addetti alle pulizie, badanti, trasportatori, forze dell’ordine, volontari, sacerdoti, religiose che hanno compreso che nessuno si salva da solo”.
Sono le parole scritte da Papa Francesco nella Lettera Apostolica Patris corde – Con cuore di Padre , pubblicata oggi sul sito del Vaticano, in occasione del 150° anniversario della dichiarazione di San Giuseppe quale Patrono della Chiesa universale, nella quale paragona chi si sta adoperando per gli altri in questa pandemia “all’uomo che passa inosservato”, San Giuseppe, appunto, al quale il Papa dedica un anno speciale con il dono dell’Indulgenza plenaria.
“Tutti possono trovare in San Giuseppe, l’uomo che passa inosservato, l’uomo della presenza quotidiana, discreta e nascosta, un intercessore, un sostegno e una guida nei momenti di difficoltà – scrive Papa Francesco -. San Giuseppe ci ricorda che tutti coloro che stanno apparentemente nascosti o in ‘seconda linea’ hanno un protagonismo senza pari nella storia della salvezza. A tutti loro va una parola di riconoscimento e di gratitudine”.
Già ieri il Santo Padre si era rivolto a medici e infermieri con un tweet sottolineando la sua vicinanza “a tutti i medici e gli infermieri in questo momento in cui la pandemia ci chiama ad essere vicini agli uomini e alle donne che soffrono. Grazie per la vicinanza, grazie per la tenerezza, grazie per la professionalità con cui vi prendete cura degli infermi”.
E oggi, con il decreto che stabilisce un anno dedicato a San Giuseppe allarga lo sguardo malati Covid agli anziani, ai malati, agli agonizzanti e a tutti quelli che per legittimi motivi siano impossibilitati ad uscire di casa ribadendo che “nell’attuale contesto di emergenza sanitaria, il dono dell’Indulgenza plenaria è particolarmente esteso”.
“Siamo grati e commossi per le parole del Santo Padre – ha commentato Filippo Anelli, presiente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo) – che nel giorno in cui salgono a 237 i medici caduti per il Covid, 58 nella seconda ondata, paragona medici e infermieri, con il loro lavoro silenzioso e senza clamori, a San Giuseppe, e dice: stanno scrivendo la storia”.
“Non abbiamo mai amato l’appellativo di ‘eroi’, con il quale eravamo definiti nei primi mesi della pandemia – ha spiegato ancora Anelli -. Noi siamo semplicemente medici, fedeli ai doveri che ci siamo autoimposti con il Giuramento, con il Codice. Il dovere di curare, certo, e di farlo un po’ nell’ombra, con discrezione, senza rivendicare i propri meriti, senza rinfacciare i sacrifici, neppure quelli più ingiusti ed estremi. Il dovere di accogliere, con discrezione e responsabilità, chi ha bisogno di noi. Il dovere di ascoltare, di sostenere, di incoraggiare”.
Redazione Nurse Times
Fonte: Il Sole 24 Ore
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