Si tratta di una svolta che permetterà di ricevere un trattamento iniettabile a lunga durata d’azione, eliminando, dopo l’iniziale fase di terapia per via orale, la necessità di assumere compresse quotidianamente.
La Commissione Europea ha autorizzato l’immissione in commercio di cabotegravir, farmaco prodotto da Viiv Healthare, in combinazione con rilpivirina, prodotta da Janssen, per il trattamento dell’infezione da Hiv-1 in adulti virologicamente soppressi. Grazie a questa autorizzazione, per la prima volta, le persone che vivono con Hiv in Europa possono ricevere un trattamento iniettabile a lunga durata d’azione, che elimina, dopo l’iniziale fase di terapia per via orale, la necessità di assumere compresse quotidianamente.
“In ViiV Healthcare ci spingiamo oltre le frontiere per offrire nuove opzioni di trattamento che contribuiranno a fare la differenza nella vita delle persone – commenta Deborah Waterhouse, Ceo di ViiV Healthcare –. Abbiamo visto dai risultati riportati dai pazienti nei nostri studi clinici registrativi che circa nove persone su dieci passate al regime a lunga durata d’azione lo preferivano rispetto alle compresse orali giornaliere che assumevano precedentemente. Potenzialmente cambierà l’esperienza del trattamento per alcune persone che vivono con l’Hiv, eliminando la necessità di compresse quotidiane per l’Hiv. Siamo impegnati a perseguire una ricerca innovativa per soddisfare le diverse esigenze della comunità Hiv, e non ci fermeremo finché non avremo a disposizione più modalità per trattare, e si spera un giorno curare, l’Hiv”.
“Siamo lieti della decisione della Commissione Europea di approvare questo trattamento iniettabile a lunga durata d’azione – osserva Paul Stoffels, vicepresidente del comitato esecutivo di Johnson & Johnson –. In Janssen siamo incredibilmente orgogliosi di questa autorizzazione e dei progressi che segna nel raggiungimento del nostro obiettivo di affrontare alcune delle più grandi minacce per la salute dei nostri tempi. Continueremo a rafforzare il nostro impegno, che dura da 25 anni, per fare la storia dell’Hiv e per cambiare il corso dell’epidemia attraverso la nostra instancabile ricerca di innovazione, dalla remissione a lungo termine alla prevenzione efficace dell’Hiv”.
“Negli ultimi trent’anni – dice Giovanni Guaraldi, professore associato di Malattie infettive e responsabile della Clinica Metabolica Hiv di Modena (MHMC) – ci sono stati progressi significativi nel modo in cui l’HIV viene gestito e percepito. Tuttavia, per molte persone affette da Hiv o a rischio, lo stigma e la discriminazione rimangono e spesso impediscono loro di parlarne apertamente o di farsi curare. Questo regime a lunga durata d’azione può far sì che le persone che vivono con l’Hiv non abbiano più bisogno di una terapia quotidiana, mantenendo la soppressione della carica virale grazie a sole 12 o 6 somministrazioni iniettive all’anno ed eliminando un ricordo quotidiano della loro malattia. Spero che, man mano che i farmaci continuano a migliorare, questi portino ad ulteriori sviluppi significativi, soprattutto per coloro che ancora si trovano ad affrontare la discriminazione”.
L’autorizzazione all’immissione in commercio si basa sugli studi di fase 3 di ATLAS (Antiretroviral Therapy as Long-Acting Suppression), FLAIR (First Long-Acting Injectable Regimen) e ATLAS-2M, che hanno coinvolto più di 1.200 partecipanti di 16 Paesi. Cabotegravir e rilpivirina vengono co-somministrati con due iniezioni intramuscolari (IM) nei glutei da un operatore sanitario nel corso dello stesso appuntamento.
Redazione Nurse Times
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