“E’ trascorso circa un anno, tuttavia gli incentivi covid, spettanti al personale del servizio sanitario regionale della Sicilia, non sono stati ancora pagati.
Trattasi, nello specifico, del mancato pagamento del cosiddetto “premio covid” che rappresenterebbe il giusto riconoscimento per il lavoro svolto nel fronteggiare, con impegno e professionalità, la pandemia da covid-19.
Circostanza, questa, segnalata dal territorio regionale, che pone la Sicilia in condizione deteriore rispetto alla maggior parte delle altre regioni che, diversamente, si sono attivate in tal senso.
“Come ampiamente ribadito, infermieri, medici, personale sanitario, personale socio sanitario e del 118 non hanno alcun interesse ad essere definiti ‘eroi’ – ben consapevoli, da sempre, di svolgere, semplicemente, il proprio dovere. Peraltro, oggi, l’appellativo “eroi”, piuttosto che essere letto come elogio e gratitudine, viene associato, dal personale sanitario, a strumento di scherno e non può che comportare, in danno degli stessi, spiacevole delusione e forte rabbia. Essi reclamano, piuttosto, la tutela dei propri diritti, primo fra tutti, quello volto a vedersi tributato e assicurato un giusto riconoscimento”.
“I lavoratori della sanità sono oggi sviliti e appare contraddittorio e paradossale, da un lato, continuare a pretendere dagli stessi di assumere ancora una volta la veste di protagonisti della ennesima sfida pandemica da fronteggiare e, dall’altro, proseguire ad assumere un atteggiamento mortificante, avverso gli stessi, dal punto di vista e professionale e salariale. Le 17 aziende non hanno ancora provveduto, peraltro, ad operare una opportuna ricognizione degli incentivi covid da elargire ai dipendenti aventi diritto che, di fatto, attendono, ancora, il saldo afferente alla prima ondata”. A denunciare detta spiacevole condizione, è la segretaria regionale della Fsi-Usae Sicilia Federazione Sindacati Indipendenti organizzazione costituente della Confederazione Unione Sindacati Autonomi Europei.
“Va garantito il pagamento delle attività già svolte per contrastare l’incipit della pandemia da covid-19.
Inoltre, con riguardo alle convocazioni delle delegazioni trattanti, da parte delle aziende si è, purtroppo, bloccato il percorso finalizzato alla attribuzione delle fasce di progressione economiche, orizzontali e verticali, che costituiscono vere e proprie promozioni: impedendosi, in tal modo, l’applicazione dei contratti integrativi aziendali”.
“Qualunque sia il motivo di questo stato di fatto, è e rimane un fatto inaccettabile che il personale non venga retribuito per lungo tempo. Tale trattamento mostra scarso rispetto, dunque, non solo verso la qualità del lavoro ma, soprattutto, verso la dignità delle persone dei lavoratori. Appare opportuno rammentare, in questa sede, che, in alcuni casi, gli operatori sanitari hanno, financo, pagato con la propria stessa vita. I problemi del personale sanitario – scrive nella nota la Fsi-Usae – sono e devono restare, quindi, al centro dell’agenda politica e sindacale della nostra regione e del nostro Paese”.
“La Fsi-Usae Sicilia, a cagione della problematica riscontrata ed evidenziata, ha avanzato, pertanto, all’esito, una richiesta formale sì da sollecitare la regione al tempestivo mantenimento e, dunque, adempimento, degli impegni sottoscritti e assunti con le organizzazioni sindacali. Ilpersonale sanitario chiede, in sostanza, ciò che merita: il rispetto per l’abnegazione e la professionalità dimostrate nell’affrontare mesi difficilissimi. Adesso, dunque, la Fsi-Usae pretende che si intervenga, con strumenti e secondo modalità possibili e agevoli, allo scopo di scongiurare che il personale del Ssr sopporti una ulteriore attesa per ricevere quanto da tempo dovuto”.
“Per questo motivo, abbiamo nuovamente sollecitato il Presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, e l’Assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, affinchè si facciano parte diligente, con ancora più forza e pregnante determinazione, nell’adozione di un immediato e risolutore intervento atto a sbloccare definitivamente una situazione spiacevole e deleteria per il personale della sanità siciliana, impegnato nell’emergenza covid-19 e che, instancabilmente, lavora, precisamente da marzo dello scorso anno ad oggi con seria difficoltà. Una vicenda, quindi, che sta assumendo una dimensione paradossale e che non è oltremodo né accettabile né sostenibile”.
“Oggi più che mai – rincara la dose il sindacato autonomo – il personale del servizio sanitario regionale, impegnato su mille fronti per garantire cure, assistenza e sicurezza dei pazienti, ha bisogno di operare con assoluta tranquillità e supporto. Ha bisogno di conoscere quando, con certezza, riceverà il frutto del sacrificio quotidiano, di quelle notti, di quei festivi, di quegli straordinari lavorati con immenso sforzo e sacrificio, esponendosi a grossi rischi per sé e per le proprie famiglie, togliendo via tempo ai propri affetti e alla propria vita privata. Compensi che, magari, costituiscono anche fonte di fondamentale sostentamento, vedi ratei di mutuo o di prestiti. Per operare con serenità – conclude la Fsi-Usae – occorre essere sereni, soprattutto dal punto di vista economico, in un momento, per altro, in cui la crisi si fa sentire, gravemente, come non mai”.
“Agli infermieri, ai medici, al personale sanitario, socio sanitario e del 118 si chiedono, spesso, sacrifici. Forse è arrivata l’ora che questi sacrifici siano sul serio compensati. E, ciò, a partire dalle piccole, grandi cose. Come il pagamento ‘regolare e tempestivo’ di quanto promesso e dovuto”.
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