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Contratti scaduti: centinaia di operatori socio sanitari precari in Puglia

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I ruoli e la formazione dell'OSSS
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Sono ben 804 gli Operatori Socio Sanitari delle sei Asl pugliesi a cui non sono stati rinnovati i contratti, scaduti il 31 gennaio. Eppure il capo del Dipartimento della Salute Vito Montanaro era stato chiaro durante l’incontro tenutosi il 28/01/2021 con i sindacati, spiegando che qualora le Asl della Regione non fossero state pronte a consentire un graduale avvicendamento tra gli Oss in scadenza contrattuale e reclutati da avviso Pubblico e gli Oss da reclutare dalla graduatoria del concorso regionale, si poteva disporre una proroga tecnica di ulteriori 2 mesi.

A fare chiarezza sulla vicenda, ancora irrisolta, è Domenico Ficco, segretario generale della Funzione Pubblica Cgil pugliese.

“C’erano delle graduatorie antecedenti alla graduatoria del maxi concorso regionale e poiché la graduatoria del maxi concorso di Foggia è arrivata a giugno del 2020, quindi dopo la prima ondata del Coronavirus, legittimamente alcune Asl si erano approvigionate di questa figura di cui da anni eravamo sprovvisti in Puglia. Poi è intevenuta la graduatoria del maxi concorso e a quel punto si è scatenato questo “inferno” con poca chiarezza sul chi dovesse avere una sorta di “primato” nell’ambito del ruolo di Oss: se il personale contrattuaizzato o i vincitori e gli idonei del concorso di Foggia”.

“Abbiamo provato ad attenzionare la questione in Regione in prossimità della scadenza dei contratti,” chiarisce il segretario generale. A seguito di un confronto tra la Regione e i sindacati è scaturita una nota del dipartimento della salute indirizzata a tutte le direzioni generali delle Asl pugliesi, in cui, appunto, si dava indicazione di prorogare almeno per due mesi i contratti a termine degli Operatori Socio Sanitari, “perché questi due mesi potevano essare utili per effetturare una ricognizione compiuta di tutto il personale assunto a tempo determinato”. Gran parte del personale, che, specifica Ficco, è del tutto “etorogeneo”, avrebbe molto presto maturato anche il requisito dei 36 mesi. Tutto questo, inoltre, nell’attesa che il Decreto Mille Proroghe fosse convertito in legge.

“I due mesi erano utili, – spiega infatti Ficco, – a dare avvio a un percorso di stabilizzazione di tutti coloro che poi, nel corso del 2021, avrebbero raggiunto i 36 mesi”.

Ma qualcosa non è andato nel verso sperato. “A fronte di questa indicazione, alcune Asl si sono attenute pedissequamente, altre Asl, in particolare Bat e Brindisi, hanno deciso di interrompere i contratti in scadenza e, quel che è peggio, hanno deciso di attingere dagli idonei del concorso di Foggia per l’assunzione di personale con contratti a termine, in alcuni casi di 4 mesi, generando ulteriore precariato rispetto a quello già esistente e precludendo la possibilità a tutti coloro che avevano già alle spalle 24, 30, 32 mesi di lavoro di poter essere stabilizzati. Inoltre, nel corso delle ultime ore, abbiamo avuto notizia essere passato già in Commissione Bilancio di Affari Costituzionali l’emendamento di proroga della legge Madia del 31 dicembre 2021″.

“Oggi stiamo creando una discriminazione tra alcuni profili generici che saranno stabilizzati se in possesso di requisiti a profili analoghi della sanità. E questo lo stiamo facendo solo perché alcuni direttori generali hanno deciso di non ottemperare alle indicazioni della Regione Puglia che avrebbero potuto sanare, almeno per una parte, la situazione degli 804 precari Oss in Puglia”.

“Noi abbiamo provato a tenere alta l’attenzione rispetto a questa istanza, – chiarisce Domenico Ficco, – anche proclamando una mobilitazione il giorno in cui è stata convocata la task force per l’occupazione della Regione Puglia. Abbiamo notizia che sarà convocata una nuova riunionei primi giorni di marzo. Noi porteremo avanti la richiesta di avere la ricognizione di tutto il personale Oss precario. Chiederemo alla Regione che, a meno che non si tratti di assunzioni a tempo indeterminato, le persone possano avere un contratto a termine da graduatorie ancora valide non revocate, al fine di raggiungere i 36 mesi, per vedersi riconosciuto non solo lo straordinario lavoro fatto durante la pandemia, ma anche la legittima ambizione a un lavoro a tempo indeterminato“.

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