Riceviamo e pubblichiamo la lettera di una studentessa di infermieristica dell’Università di Cagliari che lamenta una situazione di disparità legata alle vaccinazioni per i tirocinanti.
La lettera della studentessa di infermieristica dell’Università di Cagliari
La mia università permette di svolgere il tirocinio in due presidi: l’azienda ospedaliera Brotzu e l’azienda ospedaliero universitaria (policlinico di Monserrato). La sostanza del discorso è che al Brotzu la dirigente infermieristica si è presa personalmente il compio di vaccinare gli studenti, mentre a quelli sfortunati che capitano al policlinico non verrà mai fatto il vaccino perché “non ci spetta”. Sino a poco tempo fa la Regione non ci aveva incluso nel piano vaccinale e l’università non ha mosso un dito. Siamo stati aggiunti perché si sono mobilitate le associazioni studentesche.
Alcuni studenti di infermieristica (tra cui io) si stanno rifiutando di andare in tirocinio finché non abbiamo notizie del vaccino, ma veniamo minacciati che così non ci laureeremo mai, perché appunto non lo avremo mai. Nella stessa condizione sono le tirocinanti di ostetricia e di tanti altri tirocinanti della facoltà di medicina e chirurgia.
Abbiamo provato a far sentire la nostra voce pubblicando nelle pagine social dell’AOU il commento che riporto in seguito con il nostro nome e cognome, purtroppo con esito negativo perché nessuno ci ha risposto.
Hanno anche rifiutato la nostra richiesta di farci tamponi periodici come si faceva prima che il personale venisse vaccinato; non ci faranno il tampone neanche a cambio reparto (ne giriamo circa 3 ogni anno).
In Sardegna è già iniziata la campagna vaccinale per gli over 80 e per gli ospiti delle RSA, così come per le forza armate e i vigili del fuoco, perciò temiamo che venga considerata conclusa la prima fase di vaccinazione per i professionisti sanitari e che noi tirocinanti verremo dimenticati. Come se non bastasse, gira voce che il personale dell’università (che ora si trova quasi in totale smart working) verrà vaccinato a breve, mentre per noi non c’è nessuna previsione.
Questo è il commento pubblicato nelle pagine dell’AOU:
“A quasi due mesi dalla comunicazione del Rettore, che informava circa l’inserimento dei tirocinanti (da parte dell’Assessorato alla Sanità e dell’AOU) nell’elenco delle figure sanitarie da vaccinare insieme agli strutturati, nessuno degli studenti delle professioni sanitarie, ad eccezione di pochi fortunati capitati nell’azienda ospedaliera Brotzu che sono stati vaccinati, ha ricevuto alcuna comunicazione che riguardi quantomeno l’inizio delle vaccinazioni.
Troviamo scandaloso che l’AOU, un’ azienda universitaria che dovrebbe tutelare gli studenti, non si preoccupi della salute dei suoi tirocinanti che ogni giorno lavorano al fianco del personale sanitario, dando un prezioso contributo e allo stesso tempo andando incontro agli stessi rischi del personale sanitario senza però essere allo stesso modo tutelati.”
La mia richiesta a chiunque ci possa aiutare è questa: di ricordare che siamo studenti, che non siamo indipendenti e che tutti abbiamo una famiglia a casa che ci aspetta per la quale ci preoccupiamo nel caso dovessimo ammalarci. Ci preoccupiamo anche per i nostri stessi pazienti, ma nessuno si preoccupa per noi. Chiediamo che venga tutelata la nostra salute e di non essere costretti a metterla da parte per concludere il nostro percorso universitario.
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