Gentile Direttore di NurseTimes,
il tempo dell’attesa è finito, è il momento di scendere in piazza a manifestare!
Da tempo ormai il MPI è impegnato nella campagna a sostegno dello Scorrimento della Graduatoria Regionale per CPS Infermiere del Sant’Andrea, dove sono presenti ancora 2600 colleghi da chiamare a tempo indeterminato.
Da quasi un mese è stata fatta richiesta alla Regione Lazio di fornire dati reali sulle assunzioni avvenute tramite graduatoria: quanti colleghi sono stati stabilizzati nella propria Asl/Ospedale, quanti hanno rifiutato la chiamata a tempo indeterminato e quanti invece hanno accettato entrando come forza lavoro nuova nel SSR.
I dati forniti dalla Regione Lazio hanno sottolineato la confusione e il caos che aleggiano intorno ai numeri della graduatoria, con dati fortemente discordanti tra loro.
Ad oggi non c’è la ben che minima programmazione nel monitoraggio di futuri pensionamenti e Quota 100 che andrebbero a influenzare i numeri per il fabbisogno triennale.
La Regione Lazio è ulteriormente in ritardo sul monitoraggio di tutti quei colleghi che andranno a collocarsi all’interno delle graduatorie extra regionali, in primis Campania e Puglia, andando così a svuotare i propri nosocomi regionali.
Se ci fosse un attento monitoraggio della situazione si potrebbe evitare di andare incontro a rallentamenti nel sistema e, di conseguenza, al rischio di malasanità e cattiva gestione delle prestazioni assistenziali nei confronti del cittadino.
Se non si ha l’accortezza e la lungimiranza necessaria, si rischia di riandare incontro alla classica esternalizzare del servizio assistenziale tramite cooperative/agenzie interinali all’interno di ospedali pubblici, andando, così, ad innescare il classico teatrino a cui abbiamo assistito per anni e che non portato a nulla. Nulla di buono.
La privatizzazione e l’esternalizzazione del servizio ha contribuito ad alimentare una “guerra tra poveri”.
La pandemia ha scoperchiato il vaso di Pandora ed è ormai sotto gli occhi di tutti la situazione di affanno grave nella quale versa la sanità pubblica, provata da anni di tagli insensati e gestione pessima.
Tagli che hanno portato alla distruzione e alla completa assenza di personale che assista il cittadino anzitutto sul territorio, tramite accesso al pronto soccorso.
Da parte della Regione Lazio ancora tutto tace. Non c’è alcuna risposta neanche in merito all’idea di istituire la figura di un infermiere di comunità/famiglia, progetto che nessuno sa ancora se partirà o meno, ma di cui tanto avremmo bisogno in questa emergenza.
Si parla di quasi 900 unità da inserire sul territorio a tutela del cittadino e come prima linea per alleggerire il carico di lavoro sugli ospedali, sempre più in affanno per via delle ondate di ricoveri di pazienti Covid+ sempre più frequenti.
Il MPI vuole ricordare che l’infermiere di comunità/famiglia è diventato legge con il D.L Rilancio e che ormai trova realtà in altre regioni del suolo italico.
È giusto tenere a mente come i colleghi in attesa di chiamata dalla graduatoria del Sant’Andrea possano essere nuova linfa e supporto nei confronti di tutti i colleghi che da più di un anno si trovano a fronteggiare un nemico invisibile.
Stremati e stanchi dopo 1 anno in trincea.
Colleghi che sicuramente andrebbero a dare un grosso contributo nella campagna vaccinale contro il Covid19 visto l’obiettivo dei 500.000 vaccini die, dove, ad oggi, siamo ancora lontani anni luce.
È giusto soffermarsi un attimo nel ricordare a tutti (Regione Lazio e Non) che l’assunzione di nuovo personale sanitario da una graduatoria pubblica di un concorso regionale, non solo sarebbe, in prospettiva, un progetto di ricambio generazionale di tutti quei colleghi ormai prossimi alla pensione e una tutela per il cittadino, ma anche un investimento sulle persone.
Perché il lavoratore, se ha la sicurezza di un lavoro (visto ormai i tempi duri e difficili che stiamo vivendo) sicuramente sarà più spinto nell’investire, comprarsi una casa, farsi una famiglia, fare dei figli, progettare un futuro.
MPI, Movimento Permanente Infermieri
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