Nel registro degli indagati sono finite 26 persone, tutte del personale medico e infermieristico dell’Asl vercellese per la morte di Brigida Ranno, 52 anni. La donna, era intubata nel reparto Covid dell’ospedale Sant’Andrea di Vercelli. Svegliatasi dall’anestesia si sarebbe tolta dalla gola il tubo con l’ossigeno e sarebbe caduta dal letto e sarebbe così morta.
La donna, dipendente di un’azienda che prepara il cibo per le mense scolastiche, era stata ricoverata inizialmente al Gradenigo, spiega A. Zanello su “La Stampa”. In seguito, le sue condizioni avevano portato a un trasferimento all’ospedale Sant’Andrea di Vercelli, dov’era stata intubata. La notte del 10 marzo, per ragioni ancora da chiarire, si è svegliata dall’anestesia. D’istinto si è strappata dalla gola il tubo con l’ossigeno ed è caduta dal letto. Per la sua morte la procura di Vercelli ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. Con la formula dell’incidente probatorio sono stati conferiti gli incarichi per le perizie relative all’autopsia, che sarà effettuata dal perito Roberto Testi, e sui macchinari che la tenevano in vita.
Da verificare se gli allarmi abbiano funzionato. In questo caso saranno analizzati i tempi di reazione dell’equipe medica che ha cercato di salvare la donna. L’indagine dovrà stabilire se ci sia qualcosa di imputabile agli indagati o se sia stato fatto tutto il possibile per prevenire ed evitare la morte.
La Procura ha acquisito un video. Sono gli ultimi momenti di vita della donna. Il fatto che le camere di terapia intensiva vengano video-monitorate è di prassi: l’Asl vercellese ha confermato la massima collaborazione e disponibilità all’indagine. La segnalazione di quanto accaduto sarebbe partita in maniera cautelativa infatti proprio dall’azienda sanitaria.
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Foto: quotidianopiemontese.it
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