Non si è fatta attendere a lungo la reazione della Federazione Nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche in seguito alla manifestazione che si è tenuta sabato 11 aprile.
Gli ordini provinciali stanno acquisendo le immagini degli infermieri presenti tra la folla di manifestanti NoVax per identificare gli iscritti all’albo.
Erano circa 400 i professionisti sanitari provenienti da ogni parte d’Italia che sabato scorso hanno partecipato alla manifestazione organizzata dal comitato Di sana e robusta costituzione.
Molti di loro sono stati fotografati senza mascherina mentre erano intenti a protestare in Piazza del Popolo, a Roma, contro l’obbligo vaccinale anti-Coronavirus per le professioni sanitarie.
La Fnopi ha annunciato che saranno presi provvedimenti contro i partecipanti iscritti all’albo. Toccherà agli ordini locali identificarli grazie alle riprese televisive e social. Verranno poi convocati per sentire le regioni dei singoli e, nel caso, intervenire con le sanzioni.
La Fnopi: «Atteggiamento che altera l’immagine della professione»
«La Federazione – si legge in una nota – stigmatizza e rifiuta l’immagine data dalla manifestazione di Roma contro l’obbligatorietà del vaccino di una categoria professionale in prima linea, come dimostrano contagi e decessi nella lotta alla pandemia». Senza mezzi termini, i rappresentanti della categoria pretendono che gli infermieri partecipanti «rendano conto agli ordini di appartenenza dell’atteggiamento che, oltre a creare confusione nei cittadini, altera l’immagine della professione infermieristica della professione, facendo così supporre che gli infermieri non sono una categoria assolutamente responsabile in questo senso».
Via all’acquisizione delle immagini
Gli ordini locali stanno già acquisendo le immagini della manifestazione per l’identificazione degli iscritti. La Fnopi aggiunge che, qualora fosse «confermata la presenza di infermieri al raduno del sedicente comitato Di sana e robusta costituzione, questi dovranno renderne conto all’ordine che agirà con la gravità che il caso impone».
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