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Pescara, oss in piazza: “Siamo eroi dimenticati e disoccupati”

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Pescara, ex oss in piazza: "Siamo eroi dimenticati e disoccupati"
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In 130 si sono ritrovati davanti alla sede della Regione Abruzzo per protestare contro il mancato rinnovo del contratto scaduto il 30 aprile. Accanto a loro diversi pazienti guariti dal coronavirus.

Spiccano il bianco e l’azzurro delle tute dei 130 ex oss del Covid Hospital di Pescara che hanno invaso ieri piazza Unione. Per loro contratto scaduto il 30 aprile e nessun rinnovo. Si sentono “eroi dimenticati” e oggi sono “eroi disoccupati”, come scrivono sugli striscioni esposti davanti alla sede della Regione Abruzzo, dove hanno manifestato.

A sostenerli il vicepresidente del Consiglio regionale, Domenico Pettinari, ma anche anche diversi pazienti guariti dal coronaviurus, che a loro sono grati e che ora vogliono sostenerli in questa battaglia. Nonostante il caldo, gli operatori socio-sanitari hanno deciso di urlare la loro rabbia e la loro delusione, bardati in quelle stesse tute dentro le quali per mesi si sono occupati di chi, lontano da ogni affetto, si è trovato a dover lottare contro il virus.

A raccontare la delusione e le difficoltà sono due di loro, Pina e Stefano, che rispondendo all’agenzia Dire su come si sono sentiti nel perdere il lavoro proprio il 1° maggio, giornata dedicata alla sua celebrazione, pronunciano un semplice e chiaro “abbandonati”. Pina racconta di quei primi mesi in corsia, quando del Covid non si sapeva nulla, se non che fosse molto contagioso. “Avevamo paura di tutto”, dice, spiegando che anche il ritorno a casa non era semplice quando a un figlio dovevi dire di non abbracciarti.

“Eppure – aggiunge – abbiamo cercato di dare sempre il massimo. Abbiamo lavorato senza sosta. All’inizio, proprio perché non si conosceva niente di questo virus, non ci facevano fare neanche le pause. Turni di 7-8 ore senza andare in bagno e senza bere. Dentro quelle tute c’eravamo noi con i pazienti. Vedevano noi in prima linea. Eravamo quelli che gli tenevano mano. Quando dovevamo intubarli ci chiedevano: ‘ci sveglieremo mai?’. Ci dicevano che avevano paura. Dentro quelle tute ci veniva da piangere perché anche noi avevamo paura”.

Contagi, tra di loro, ci sono stati, così come tra tutto il personale sanitario, aggiunge Stefano, ammettendo che di non essere confermati non se lo aspettavano. “Anche perché – aggiunge –, durante le ondate, siamo stati abbandonati nel vero senso della parola. Abbiamo fatto turni senza riposi anche per 30-40 giorni, e lo abbiamo fatto con il cuore, perché siamo stati parte di una missione. Siamo stati abbandonati da una Asl che ha risposto al bando giustificando che cercava personale formato e qualificato per emergenza Covid. Vorrei dirgli che come affrontare l’emergenza Covid non si impara sui libri. Chi più di noi è formato? Siamo stati definiti eroi, siamo stati definiti angeli, ma quando è arrivato il momento non di dire grazie, ma di avere un minimo di riconoscenza, ci hanno mandati a casa”.

Tra gli ex pazienti Covid venuti in piazza per sostenere gli ormai ex oss del Covid Hospital di Pescara c’è Oddone del Monte, svegliatosi dopo un mese e mezzo di coma, che ai giornalisti racconta così quel momento: “Quando mi sono svegliato, vedevo solo loro. Non vedevo chi erano. Avevano i nomi scritti dietro le spalle. Si vedevano solo gli occhi, che erano meravigliosi. Occhi pieni di amore e di aiuto”. Pettinari, per loro, chiede un intervento diretto dell’assessore regionale alla Sanità, Nicoletta Verì. Parola d’ordine: reintegro.

“Sono 130 oss dell’ospedale Covid di Pescara (Popoli e Penne). Gli eroi in prima linea che hanno combattuto da inizio pandemia fino a qualche giorno fa, e cioè da quando ancora non c’erano i vaccini. Li abbiamo chiamati eroi e angeli. Oggi la verità è questa: dal 30 aprile sono stati sbattuti fuori, sono a casa”. Così il vicepresidente del Consiglio regionale, Domenico Pettinari, anche lui sceso in piazza, davanti alla sede di Regione Abruzzo, per sostenere gli operatori socio-sanitari.

“Chiedono di mantenere le tante promesse – incalza il vicepresidente –. La politica è brava solo a fare promesse, ma poi ai fatti ci ritroviamo così. C’è stato un bando, ma non sono rientrati. Avrei voluto che fosse valutato il loro impegno all’ospedale Covid, perché ora ci sono sì oss che li hanno sostituiti, ma che devono però ora essere formati d’accapo. Ho fatto una proposta specifica all’assessore regionale alla Sanità, Nicoletta Verì, e chiedo di prendere a cuore questa situazione: o far scorrere la graduatoria e prenderli tutti, perché ne abbiamo bisogno, o prevedere una tutela specifica che possa tenere in considerazione il servizio svolto all’ospedale Covid”.

Conclude Pettinari: “Purtroppo nessuna risposta è arrivata da parte dell’organo politico. L’unica è stata quella della Asl, dell’organo tecnico, ma io non voglio quello. Sono 130 le famiglie sul lastrico, mandate a casa, molte delle quali non hanno i soldi per acquistare i beni di prima necessità per i propri figli, e di questo deve farsi carico la politica. La sanità è governata dalla politica. Mi auguro che la Regione Abruzzo, dopo questa manifestazione, mi risponda e mi dica cosa vogliamo fare di queste 130 famiglie”.

Redazione Nurse Times

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