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Massimo Randolfi

Fibrillazione atriale: innovativa tecnica riduce incidenza di ictus ed embolia post-intervento

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Con una particolare procedura chirurgica si possono ridurre sino al 42% i rischi postoperatori di ictus ed embolia nei pazienti con fibrillazione atriale che si sottopongono ad interventi cardiochirurgici.

Lo studio denominato “LAAOS III” è pubblicato sulla rivista “New England Journal of Medicine.

La procedura consiste nell’occlusione chirurgica dell’auricola atriale sinistra (left atrial appendage occlusion-LAAO) durante gli interventi di cardiochirurgia. La sua applicazione ha comportato quindi una riduzione precoce del 33% dell’incidenza di ictus o di embolia sistemica, e del 42% oltre i primi 30 giorni dopo l’intervento, in aggiunta ai trattamenti anticoagulanti tradizionali. Nella sperimentazione della ricerca sono stati coinvolti 4.810 pazienti con fibrillazione atriale in ventisette Paesi che sono stati seguiti per una mediana di quattro anni. I partecipanti sono stati randomizzati per eseguire o meno l’occlusione dell’auricola atriale sinistra durante l’intervento cardiochirurgico.

Fra i promotori principali della ricerca c’è anche Andrea Colli, professore dell’Università di Pisa e direttore della Cardiochirurgia dell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana. “I risultati di questo studio cambieranno immediatamente la pratica clinica perché questa procedura è semplice, rapida e sicura e deve essere eseguita in tutti i pazienti con fibrillazione atriale che si sottopongono a ogni tipo di intervento cardiochirurgico come ad esempio il bypass aortocoronarico, la sostituzione valvolare aortica, la riparazione della valvola mitrale, la sostituzione dell’aorta ascendente o dell’arco aortico”, ha spiegato il prof. Colli, riporta insalutenews.it. “Questo studio dimostra ancora una volta quanto sia necessario che i professionisti di diverse specialità mediche e chirurgiche lavorino in maniera sinergica dedicandosi alla ricerca clinica per ottimizzare le strategie terapeutiche adattandole alle caratteristiche dei pazienti” ha aggiunto Colli.

Fonti: insalutenew.it; nejm.org

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