“A fronte di un rischio di eventi avversi gravi, come un’emorragia maggiore, ben quantificabile e rilevante, e di un beneficio non dimostrato in termini di riduzione del rischio tromboembolico, comunque assai basso, la prescrizione a scopo preventivo di farmaci antitrombotici nei soggetti sottoposti a vaccinazione è fortemente sconsigliata. Resta inteso che tali farmaci potranno essere continuati nei pazienti già in trattamento”.
A evidenziarlo è un documento di approfondimento del Gruppo di lavoro Emostasi e Trombosi esperti in patologie della coagulazione sulle complicanze tromboemboliche post-vaccinazione anti-Covid con AstraZeneca e Johnson & Johnson, nominato dall’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco).
Secondo il Gruppo, inoltre, “va sottolineato che non ci sono evidenze scientifiche a supporto dell’ipotesi che l’acido acetilsalicilico (Asa) o e le eparine a basso peso molecolare (Ebpm) sono efficaci nel ridurre il rischio di questi rarissimi eventi trombotici nei soggetti sottoposti a vaccinazione contro Covid-19 con Vaxzevria”.
- Resistenza antimicrobica, scoperto il meccanismo che consente ai batteri di sopravvivere ai farmaci
- Opi BAT, Brindisi e Taranto ricorrono al Tar contro la delibera di Regione Puglia: “Non si possono sostituire infermieri con oss”
- Tiroide, intervento di K-surgery eseguito al Gemelli per la prima volta in Italia
- Corso Ecm (16 crediti) Fad gratuito per infermieri: “L’impatto dei prodotti fitosanitari sull’ambiente e sulla salute umana”
- Alzheimer, studio chiarisce perché i malati perdono la memoria sociale e come impedirlo
Fonte: insalutenews.it
Lascia un commento