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Infermieri e medici no vax: partono le sospensioni

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Padova, esonero dal siero anti-Covid per sanitari no vax: ci pensano gli avvocati
Syringes filled with Johnson & Johnson COVID-19 vaccine are loaded into a cooler in the pharmacy of National Jewish Hospital for distribution early Saturday, March 6, 2021, in east Denver. Volunteers worked with nurses and physicians from National Jewish to administer 2,500 vaccinations of the Johnson & Johnson vaccine that requires a single shot instead of two like the other vaccines. (AP Photo/David Zalubowski)
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Oltre 45mila professionisti della sanità sono ancora in attesa di vaccino anti-Covid. Scattano le sanzioni per chi non rispetta l’obbligo senza un valido motivo.

A due mesi dal decreto che ha introdotto l’obbligo di vaccino anti-Covid per medici e infermieri che operano in ospedali, cliniche e Rsa, le Asl hanno cominciato a comunicare le prime sospensioni per chi non ha adempiuto. Sono 45.753 quelli ancora in attesa di prima dose o unica: il 2,3% del totale dell’1,9 milione di professionisti della sanità. Gli Ordini professionali, gli ospedali e le Rsa hanno fornito e stanno ancora fornendo i nominativi di medici e infermieri delle diverse strutture sanitarie che si sono dichiarati contrari e hanno rifiutato la dose.

In Emilia Romagna sono oltre 14mila gli operatori sanitari ancora non vaccinati, quasi l’8% del totale. Seguono la Sicilia con 9.214 (6,5%) e la Puglia con 9mila, (6,5%). Proprio quest’ultima, però, è una delle Regioni più attive nello “stanare” i professionisti non ancora immunizzati. Già sul finire di maggio, infatti, cinque dipendenti dell’Asl Brindisi erano stati sospesi dal lavoro senza stipendio. E non manca chi, già sanzionato, ha provato a fare ricorso. Pochi giorni fa il giudice del lavoro ha dato ragione alla Rsa Villa Belvedere di Crocetta del Montello (Treviso), confermando la legittimità della sospensione di cinque dipendenti no-vax.

«Dai dati delle tabelle dell’ultimo report risultano alcune Regioni che hanno zero nella tabella degli operatori sanitari non vaccinati, e mi pare davvero strano – ha detto Pietro Giurdanella, presidente di Opi Bologna, interviststo da AdnKronos Salute –. Poi voglio dire che è possibile che alcuni colleghi non possano fare il vaccino anti-Covid per motivi di salute, immunodepressi o pazienti ematologici. In questi mesi al nostro Ordine sono arrivate diverse segnalazioni di infermieri, liberi professionisti, che hanno avuto difficoltà a vaccinarsi, ad esempio chi lavora per l’Inps. Detto questo, noi abbiamo sempre detto, senza se e senza ma, che il vaccino va fatto. Indipendentemente dalla legge sull’obbligo, c’è una deontologia che va rispettata. Al momento ancora non ci sono arrivate segnalazioni dalle Asl, ma credo che arriveranno a breve e siamo pronti a intervenire».

Dichiarazioni in linea con quelle rese all’Ansa da Filippo Anelli, presidente Fnomceo (Federazione nazionale degli Ordini dei medici): «Abbiamo dato indicazioni a tutti gli ordini territoriali che, in presenza di un accertamento da parte della Asl di operatori sanitari e medici non vaccinati, si provveda ope legis alla sospensione del medico e alla sua attività finchè lo stesso non avrà effettuato la vaccinazione anti-Covid, e comunque non oltre il 31 dicembre».

Redazione Nurse Times

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