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Puglia, “No ai medici di base in pronto soccorso”: sindacati di categoria contro Emiliano

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Puglia, "No ai medici di base in pronto soccorso": sindacati di categoria contro Emiliano
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La Fimmg e l’intersindacale costituita da Smi, Simet, Snami, Cgil Fp e Ugs bocciano senza appello l’ordinanza del governatore.

Le chiamate al Servizio operativo 118 si moltiplicano. Gli accessi ai pronto soccorso pugliesi anche. Solo il 4 agosto oltre 3mila, tra cui cittadini con sintomi sospetti di coronavirus. Il trend è preoccupante, tanto che il presidente della Giunta regionale pugliese dispone con una ordinanza che fino al 31 agosto, salvo proroga, siano reclutati nei pronto soccorso i medici di base, i dirigenti medici in servizio nelle unità ospedaliere e anche i quelli pensionati. Ma i medici alzano le barricate. Sia la Fimmg che l’intersindacale costituita da Smi, Simet, Snami, Cgil Fp e Ugs Medici, bocciano senza appello l’ordinanza che il governatore Michele Emiliano ha firmato alle 20 di venerdì sera.

“Con questa ordinanza – ­tuona Donato Monopoli, segretario Fimmg Puglia -­ la Regione dimostra improvvisazione rispetto all’organizzazione dell’assistenza sul territorio. La medicina generale, il 118 e la medicina turistica vivono già un’emergenza per carenze di personale, segnalate da tempo e mai risolte, nonostante le ripetute richieste di potenziamento”.

Monopoli disegna un affresco della situazione: “I turni della continuità assistenziale non hanno copertura, tanto che i colleghi sono costretti a prolungare gli orari di lavoro per garantire il servizio e alcune postazioni rimangono scoperte. In molte zone mancano le guardie mediche turistiche e molte postazioni di guardia medica ­non hanno medici reperibili. Infine i medici di famiglia non trovano sostituti né per le ferie né per le malattie”.

Per la Fimmg, è “paradossale”, se si pensa che “il rafforzamento della medicina generale, che è un efficace filtro tra cittadini e ospedali, rappresenta l’unica vera soluzione per ridurre gli accessi al pronto soccorso”. Monopoli lancia anche l’allarme: “Se verremo chiamati a coprire i turni di pronto soccorso, non solo dovremo interrompere le attività non mediche, come il Green Pass, ma non saremo più in grado di garantire ai cittadini nemmeno la continuità dell’assistenza nei servizi essenziali, chiudendo i nostri studi”.

Questa volta uniti nella protesta, intersindacale e Fimmg sono sulla stessa lunghezza d’onda. Il segretario Smi Francesco Pazienza, a nome di tutte le sigle, sottolinea “l’incapacità della Regione di dare risposte ai problemi se non in chiave emergenziale”. Per l’intersindacale Medici: “L’ordinanza ha il sapore più di una soluzione per pararsi da responsabilità legali e soprattutto etiche vista la rilevanza dell’emergenza. La soluzione è sempre quella di coinvolgere i medici di medicina generale, la toppa da mettere su qualsiasi falla. Però ora basta. Non se ne può più del pressapochismo e della improvvisazione di chi dovrebbe trovare e proporre soluzioni percorribili ai problemi della salute pubblica”.

Conclude l’intersindacale: “Per senso di responsabilità chiediamo che sia immediatamente e urgentemente convocato un tavolo di confronto per affrontare anche aspetti giuridici ­normativi stranamente sottovalutati”. La questione è finita sul tavolo del consiglio della Fimmg, il sindacato di categoria maggioritario. Risultato: “Difficile che l’ordinanza possa trovare attuazione”.

Redazione Nurse Times

Fonte: Corriere del Mezzogiorno

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