Sono stati bocciati dai Tribunali amministrativi regionali e giudici del lavoro i ricorsi presentati da medici, infermieri e Oss contro le sanzioni ricevute per non aver ottemperato all’obbligo vaccinale
ROMA – Respinti i ricorsi di medici, infermieri e oss no vax. Il disco rosso è arrivato dai Tribunali amministrativi regionali e dai giudici del lavoro nei confronti di chi non ha ottemperato all’obbligo vaccinale previsto per gli operatori sanitari. Obbligo vaccinale introdotto dal Decreto Covid di aprile 2021 (n. 44/202), scadenza il 31/12/2021 che prevede come sanzione “lo spostamento a mansioni alternative o la sospensione dal lavoro senza retribuzione. I provvedimenti decadono, lo ricordiamo, nel momento in cui l’operatore effettua la vaccinazione.
I casi
Un giudice di Terni lo scorso 2 agosto ha motivato la sua decisione di respingimento del ricorso come “adeguata e proporzionata” nei confronti di un’operatrice socio-sanitaria sospesa dal lavoro e dallo stipendio. L’ultimo caso risale invece solo a tre giorni fa, allorquando quattro operatori sanitari dell’Alto Adige si son visti rigettare il loro ricorso di sospensione dal lavoro. Sono 68, invece, gli operatori sanitari sospesi che hanno notificato all’Azienda sanitaria sempre dell’Alto Adige un maxi-ricorso al Tar, la cui udienza è stata fissata per metà settembre. In attesa di pronunciamento anche il ricorso di 500 operatori sanitari lombardi contro l’obbligo vaccinale che non dovrebbe sortire gli effetti sperati in quanto il Tar di Brescia pare abbia già sollevato forti dubbi. Respinto anche il ricorso per 10 operatrici socio-sanitarie del Pavese, messe in ferie forzate: il giudice Gabriele Allieri del Tribunale di Pavia, nella sua ordinanza, ha dato ragione all’azienda. Sono 600 gli operatori sanitari che dovranno attendere la data del 9 febbraio 2022 per conoscere la decisione del Tar del Piemonte sulla possibilità di accogliere o meno il loro ricorso. Sono 10 le 10 Oss di una casa di riposo nel pavese messe forzatamente in ferie per aver rifiutato di vaccinarsi e che ha visto respingere dal giudice la loro motivazione.
La smentita
Intanto, la Regione Emilia Romagna precisa in una nota che “non c’è stato alcuno stop da parte del Tribunale amministrativo regionale ai procedimenti di sospensione avviati dalle Ausl nei confronti del personale sanitario non vaccinato”. Il Tar, si specifica, “non ha sospeso nulla, ma su richiesta di dilazione proposta dai ricorrenti si è limitato a rinviare l’esame della questione all’udienza di merito, che peraltro non è ancora stata fissata”. Una precisazione necessaria “a fronte di notizie inesatte secondo cui dal Tar sarebbe arrivato un sostanziale via libera ad esercitare la professione anche per i sanitari non vaccinati. Pertanto, i procedimenti avviati dalle Aziende sanitarie dell’Emilia Romagna per ottemperare all’obbligo vaccinale dei sanitari previsto dalla legge nazionale, sono oggi pienamente efficaci ed operativi”.
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