RIVA DEL GARDA (TN) – I protagonisti sono loro: i professionisti sanitari, gli infermieri e i medici del sistema di emergenza – urgenza che, nell’anno e mezzo di pandemia da coronavirus, hanno fatto da argine.
“Grazie allo loro buone pratiche la sanità ha retto in quel momento difficile” per dirla con le parole dell’assessore regionale alle Politiche della salute dell’Emilia Romagna e coordinatore della Commissione Salute nella Conferenza Stato/Regioni, Raffaele Donini. Ai professionisti sanitari, convenuti a Riva del Garda per il secondo congresso nazionale di emergenza – urgenza, sono stati gli applausi più sentiti, durante la cerimonia d’apertura di questo appuntamento in presenza ma nel pieno rispetto delle norme anti contagio.
Non hanno mollato infermieri e medici, non hanno voluto abdicare gli organizzatori di questo evento, Andrea Andreucci e Nicola Colamaria, anche se rinviato di un anno.
Hanno risposto tutti presente alla chiamata di questa tre giorni, perché dopo la pandemia, il sistema di emergenza-urgenza dovrà essere finalmente trovare quella univocità che oggi manca sul territorio nazionale. Ci sono troppe differenze nella sanità italiana che la pandemia ha messo ancor più in evidenza.
“Ci sono disparità territoriali” ribadisce la ministra per gli Affari regionali, Maria Stella Gelmini in collegamento da Roma. Sulla sanità, grazie al Pnrr, verranno investiti 15,6 miliardi di euro, ricorda la ministra: soldi da utilizzare per rafforzare e rimodernare la sanità italiana. Un sistema unico di emergenza-urgenza è un traguardo possibile, si ripete dal palco del PalaVela di Riva del Garda e la politica, rappresentata da quattro senatori componenti della Commissione Sanità, promette di in fase di decisione sul Pnrr, verranno ascoltati i professionisti sanitari.
E il secondo congresso di emergenza-urgenza nasce già con la promessa che, a conclusione dei lavori, verrà redatta la “Carta di Riva”, documento che raccoglierà le proposte per migliorare il sistema di emergenza-urgenza.
Redazione Nurse Times
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