La terapia mirata è il nome dato a un gruppo di farmaci che bloccano la crescita e la diffusione del tumore interferendo con la biologia delle cellule tumorali
Bloccano infatti in modo specifico alcuni processi che fanno crescere il tumore. Alcuni di questi farmaci, per esempio, agiscono su un gruppo di proteine chiamate fattori di crescita, che si legano alla cellula tumorale aiutandola a crescere più velocemente e a sopravvivere più a lungo.
La terapia endocrina è stata la prima terapia mirata ad essere utilizzata, bloccando gli ormoni femminili (estrogenie progesterone) che stimolano le cellule tumorali a crescere.
Agendo sul modo esatto in cui le cellule tumorali si sviluppano, le terapie mirate possono essere più efficaci e meno nocive per le cellule normali rispetto ad altri trattamenti. Sono però efficaci solo in quei tumori che presentano lo specifico bersaglio biologico.
Esame isto- patologico
Si esegue su un prelievo effettuato mediante un ago di calibro maggiore (Tru-cut).
Permette di prelevare dei campioni di tessuto che vengono esaminati dal patologo il quale descrive:
- Il tipo di cellule da cui il tumore trae origine (le principali sono duttali o lobulari)
- La capacità del tumore di estendersi ai tessuti circostanti (tumore invasivo) o di restare localizzato (tumore in situ)
- Il grado di differenziazione delle cellule tumorali cioè quanto le cellule tumorali sono diverse dalle cellule sane del seno:
- Grado 1 (ben differenziate): le cellule tumorali assomigliano alle cellule normali (per es. hanno la stessa forma e dimensione) e di solito crescono lentamente.
- Grado 2 (mediamente differenziate): le cellule tumorali sono più grandi e irregolari delle cellule normali e crescono più rapidamente.
- Grado 3 (poco differenziate): le cellule tumorali sono molto diverse dalle cellule normali e crescono rapidamente.
- Lo stato dei recettori per gli ormoni femminili (estrogeni e progestinici): se presenti o assenti, la loro intensità e percentuale di espressione sono caratteristiche importanti per la scelta della terapia successiva.
- L’espressione di una proteina che si trova sulla superficie di alcune cellule tumorali (HER2 o cerb-B2). Se presente o assente è importante per la scelta della terapia successiva.
- L’attività di proliferazione delle cellule, cioè la loro capacità di moltiplicarsi (Ki-67 o MIB-1). Anche questo dato è importante per la scelta della terapia successiva.
- I tumori del seno che non contengono né i recettori ormonali per gli estrogeni e il progesterone né il recettore per HER2 sono definiti tumori triplo negativi.
Il patologo esamina anche il materiale rimosso durante l’intervento chirurgico e descrive:
- La grandezza del tumore.
- L’eventuale interessamento dei linfonodi dell’ascella.
- La presenza di cellule tumorali nei vasi linfatici o sanguigni.
- Lo stato dei margini.
Il tumore deve essere circondato da un bordo (margine) di tessuto sano.In alcuni casi ci può essere più di un tumore nello stesso seno. Se i diversi tumori sono nello stesso quadrante si parla di malattia multifocale, se sono in quadranti differenti invece di malattia multicentrica.
Il patologo descrive di solito in questi casi le caratteristiche di ogni singolo tumore.
Terapie biologiche mirate (terapie a bersaglio o targeted) nel tumore al seno HER2 positivo
Alcuni tumori al seno hanno sulla superficie delle cellule tumorali livelli elevati (detti sovraespressione) di una proteina (detta anche recettore) chiamata HER2 (o Cerb-B2) che stimola le cellule tumorali a crescere. Si parla in questo caso di tumore HER2 positivo. Questo tipo di tumore è presente in circa il 20% delle pazienti e tende a crescere più velocemente di quello HER2 negativo.
Come si fa a sapere se il tumore al seno è HER2 positivo?
Ci sono diversi test che si possono effettuare su un campione del tessuto tumorale per sapere se il tumore è HER2 positivo. Donne con un tumore al seno HER2 negativo non hanno beneficio dal trattamento con farmaci che bloccano HER2.
Il test per verificare i livelli di HER2 è un esame di routine che viene eseguito in tutte le donne con un tumore al seno: normalmente, i risultati sono disponibili entro una settimana.
Terapie biologiche mirate (terapie a bersaglio o targeted) nel tumore del seno triplo negativo
I tumori del seno triplo negativi non contengono né i recettori ormonali per gli estrogeni e il progesterone né il recettore per HER2 (o Cerb-B2). Nel 40-60% di questi tumori è presente, sulla superficie delle cellule immunitarie presenti nel tumore o sulle cellule tumorali stesse, il recettore PD-L1, una proteina che indebolisce la risposta immunitaria contro il tumore, favorendo la sua proliferazione incontrollata. In questi tumori si è recentemente dimostrata efficace l’immunoterapia, che fa parte delle terapie biologiche mirate.
Come si fa a sapere se il tumore al seno triplo negativo esprime il recettore PD-L1?
Il metodo più efficace per valutare l’espressione di PD-L1 nel tumore del seno triplo negativo è controllare la sua presenza nelle cellule immunitarie del tumore iniziale o in una biopsia delle metastasi.
DIAGNOSI
Se il tumore al seno viene scoperto in fase precoce le possibilità di guarigione sono molto alte.
La diagnosi di tumore al seno può avvenire in diversi modi.
Nella maggior parte dei casi è la donna stessa a scoprire il tumore sotto forma di nodulo, da qui l’importanza dell’autopalpazione che si dovrebbe eseguire 4-5 giorni dopo la fine delle mestruazioni per le donne che non sono in menopausa e in una data fissa mensile per quelle in menopausa.
Ci sono tuttavia altri segni visivi a livello della mammella, del capezzolo o dell’ascella dei quali è importante essere consapevoli.
Sono poi necessari esami specifici come la mammografia, l’ecografia, a volte la risonanza magnetica che permettono di formulare una diagnosi precisa.
La biopsia di diagnosi consente di caratterizzare con precisione il tumore e di programmare il trattamento più adeguato per la singola donna.
In alcuni casi non vi sono noduli palpabili o cambiamenti nel seno e la diagnosi viene fatta dopo una mammografia di routine o nell’ambito di un programma di screening mammografico.
Più raramente, e soprattutto nel caso di un carcinoma lobulare, il tumore si puó presentare contemporaneamente nei dei due seni. È per questo che gli esami diagnostici vengono sempre eseguiti su entrambi i seni
AUTOPALPAZIONE
L’autopalpazione (vedi video) del seno serve per rivelare cambiamenti nel proprio seno e la presenza di eventuali noduli.
Questo esame è consigliato a tutte le donne di età superiore ai 30 anni: sono sufficienti una decina di minuti ogni mese e la sua corretta esecuzione può essere appresa dal medico o da altra persona esperta.
Quando si deve fare?
L’autopalpazione è da eseguire 4-5 giorni dopo la fine delle mestruazioni per le donne che non sono in menopausa e ad una data fissa mensile per le donne in menopausa.
L’autopalpazione è una buona abitudine perché permette di conoscere bene il proprio corpo e di poter riconoscere meglio eventuali cambiamenti.
Redazione Nurse Times
Fonte: infoseno.org
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