A causare il decesso della 49enne Nadia Positello sarebbe stata un’embolia polmonare. Indagato per omicidio colposo il medico di base della donna: avrebbe sottovalutato i sintomi.
Si era spenta lunedì 11 ottobre, mentre il marito la portava di corsa all’ospedale di Montebelluna. Si era vaccinata contro il coronavirus due settimane prima a Vedelago, Nadia Positello (foto), 49enne di Maser (Treviso), sul cui decesso la Procura di Treviso ha aperto un’inchiesta.
A fare luce sulla vicenda è ora l’autopsia, eseguita lunedì 18 ottobre, i cui risultati hanno escluso un legame tra la somministrazione del siero e la morte, che sarebbe invece dovuta a un’embolia al polmone sinistro, a sua volta provocata da una trombosi alla gamba sinistra. Tali risultati mettono nei guai il medico di famiglia della donna, che aveva dato l’okay al vaccino e ora e iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo.
Il dottore, infatti, una volta informato dei sintomi che la donna riferì nei giorni precedenti alla morte, tra cui mancanza di respiro e debolezza, avrebbe dovuto mandarla subito all’ospedale. Invece le avrebbe detto di stare a casa per riposarsi e di presentarsi al pronto soccorso solo se il malessere fosse proseguito. Per essere del tutto sicuri che non via sia correlazione tra vaccino e decesso serviranno comunque 90 giorni, intervallo di tempo in cui saranno effettuati gli esami istologici.
Redazione Nurse Times
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