Secondo una ricerca dell’Ong, condotta tra febbraio e agosto 2021, il ruolo del personale sanitario non sarebbe stato valorizzato durante la pandemia.
Da Amnesty International arriva la richiesta di un’inchiesta parlamentare indipendente sui decessi per coronavirus nelle Rsa italiane. Il relativo rapporto dell’organizzazione per i diritti umani parla di ritorsioni messe a tacere contro il personale sanitario delle case di cura per anziani, con conseguente peggioramento delle condizioni di lavoro, già aggravate dalla pandemia. I datori di lavoro avrebbero imposto il silenzio, effettuato licenziamenti ingiusti e adottato misure antisindacali.
La ricerca è stata condotta tra febbraio e agosto 2021, ascoltando 34 professionisti in servizio nelle strutture residenziali, oltre che avvocati, esperti del settore e sindacalisti. Ora una commissione d’inchiesta dovrebbe prendere in esame le gravi preoccupazioni sollevate dal personale e dai sindacati in tema di sicurezza, salute e precarie condizioni di lavoro.
“Le operatrici e gli operatori sanitari e sociosanitari delle strutture residenziali sono stati in prima linea nella lotta contro la pandemia, elogiati dal Governo italiano per il duro lavoro svolto in condizioni terribili – ricorda Marco Perolini, ricercatore di Amnesty International per l’Europa occidentale –. Tuttavia queste stesse persone sono state ridotte al silenzio dai loro datori di lavoro quando hanno cercato di esprimere preoccupazione sul trattamento degli ospiti anziani e sulla propria sicurezza”.
Durante la pandemia, secondo l’Ong, il ruolo del personale sanitario non sarebbe stato valorizzato né dal punto di vista sociale né da quello politico, trattandosi spesso di donne, migranti o dipendenti costretti a lavorare in modo precario. Anche se la campagna di vaccinazione ha dato priorità a questi lavoratori nelle case di cura, molte delle loro preoccupazioni sono rimaste inascoltate.
Redazione Nurse Times
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