La ricerca è stata condotta nello Stato del New South Wales dal National Centre for Immunisation Research and Surveillance.
Le probabilità di finire in terapia intensiva per i non vaccinati contro il coronavirus sono 16 volte maggiori rispetto a chi ha ricevuto la doppia dose. Lo rivela il National Centre for Immunisation Research and Surveillance, in Australia, che tra agosto e settembre ha condotto uno studio nello Stato del New South Wales, di cui Sydney è capitale.
Il report evidenzia come le persone vaccinate rappresentino una quota largamente minoritaria dei ricoveri in terapia intensiva e dei decessi durante le prime 16 settimane dell’ondata epidemica associata alla variante Delta. Durante il picco massimo il tasso di persone vaccinate in terapia intensiva e decedute per il virus è stato dello 0,9 per 100mila, contro il 15,6 per 100mila tra i non vaccinati. L’analisi dimostra l’alta efficacia del vaccino: solo il 3,7% dei giovani vaccinati tra i 20 e i 30 anni è stato contagiato, e il 6,1% dei soggetti vaccinati tra i 30 e i 40 anni.
“I giovani con due dosi di vaccino hanno subito tassi minori di infezione e quasi nessuna malattia grave, mentre i non vaccinati in quelle classi di età erano a rischio notevolmente maggiore di contrarre il Covid e di richiedere ricovero in ospedale”, ha spiegato Kerry Chant, direttrice sanitaria del New South Wales.
Redazione Nurse Times
- Sindrome da apnee notturne (OSAS), il rischio ictus è doppio e anche l’esposizione a deficit cognitivi aumenta
- Cure palliative: necessarie per 300mila anziani, ma solo il 15% le riceve. Da geriatri e internisti maxi-indagine in ospedali e Rsa
- Assistenza infermieristica al paziente con sindrome di Guillain-Barré: esperienza, formazione e umanizzazione della cura
- Cuneo, minacciò di morte un infermiere di Triage: condannato a 7 mesi di reclusione
- Bolzano, chiuso un piano di Malattie infettive: mancano infermieri nei reparti
Lascia un commento