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Trieste, medici di famiglia offrono cure alternative a domicilio per no vax: l’elenco sui social

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Trieste, medici di famiglia offrono cure alternative a domicilio per no vax: l'elenco sui social
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Questa la segnalazione giunta alla redazione del TGR Friuli Venezia Giulia, che per ora non trova riscontro nell’Ordine dei medici e nei carabinieri del Nas.

Medici di famiglia, ma anche specialisti in pensione che si offrono di curare il coronavirus a domicilio. Dietro pagamento, naturalmente, e prescrivendo cortisone, antibiotici, eparina in asintomatici dal primo giorno. Talvolta praticano la medicina alternativa, persino l’ipnosi, ed è possibile rintracciarli sulle chat di WhatsApp o su Facebook. A loro si affida, manco a dirlo, chi ha scelto di non vaccinarsi.

Ne ha parlato il TGR del Friuli Venezia Giulia, che ha ricevuto diverse segnalazioni, oltre a una lista in cui figurano sei medici di Trieste e tre di fuori regione. Dall’Ordine dei medici di Trieste, però, il presidente Cosimo Quaranta fa sapere che “nessuna segnalazione di questo tipo è mai arrivata alla nostra attenzione”. E aggiunge: “In ogni caso, per giudicare eventuali illeciti disciplinari, dovremmo analizzare caso per caso le prescrizioni somministrate. Ci sono le Procure, per queste segnalazioni”. E nemmeno ai carabinieri del Nas, al momento, è arrivata alcuna denuncia di questo tipo.

Le linee guida dell’Aifa sono chiare: a casa, per dolori muscolari o febbre, possono essere somministrati solo antinfiammatori o tachipirina mentre, bisogna ricorrere all’ospedale per chi soffre di una sintomatologia più severa; anticorpi monoclonali, cortisone o eparina vanno somministrati solo per pazienti ricoverati con ossigenazione carente; gli antibiotici sono inseriti nella lista dei farmaci non raccomandati per il trattamento del Covid, e possono essere usati solo in caso di infezione batterica dimostrata da un esame colturale.

In ogni caso, per qualsiasi dubbio, è opportuno contattare il numero verde delle Usca (800 614 302), il servizio territoriale nato proprio per rispondere all’emergenza.

Redazione Nurse Times

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