Riceviamo e pubblichiamo di seguito una lettera a firma di Pellegrino Coretti, che lamenta come gli infermieri, protagonisti della battaglia contro la pandemia, siano stati dimenticati (anche sul piano economico).
Grazie… Ma grazie di cosa? Non abbiamo bisogno si sentirci dire grazie per un lavoro che abbiamo scelto e che amiamo fare. Non abbiamo bisogno di essere raffigurati su una moneta che non ha valore. Non abbiamo bisogno di cartelloni affissi in strada o nelle piazze, per poi essere dimenticati, derisi, sottovalutati.
Nonostante i continui sforzi quotidiani davanti ai quali ci pone nuovamente la pandemia, dovremmo noi dire grazie a voi. Per le continue aggressioni verbali e fisiche che riceviamo in corsia e nei pronto soccorso. Grazie per un contratto di lavoro e uno stipendio che non corrispondono alla nostra professionalità, dopo anni di studio e le responsabilità che ci assumiamo nel curare il prossimo.
Grazie per i riposi saltati, per i turni massacranti attraverso i quali reggiamo il nostro sistema sanitario. Grazie da parte di coloro che hanno investito negli studi e che continuano a farlo per la crescita e la valorizzazione della nostra professione. Ma c’è chi ha gettato la spugna, abbandonando il proprio lavoro, facendo morire la nostra professione.
Grazie ancora per le vostre continue parole, le promesse di un futuro diverso. Ancora oggi, trascorsi due anni e quattro ondate pandemiche, queste parole risultano solo chiacchiere dinanzi alle telecamere di un talk show televisivo, senza cambi di rotta o fatti concreti. Grazie di leggere e rileggere queste parole, che rappresentano la verità di una dignità calpestata per il lavoro che amiamo.
Redazione Nurse Times
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