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Crisi Ucraina, “Salviamo dalla guerra i piccoli pazienti oncologici”

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Crisi Ucraina, "Salviamo dalla guerra i piccoli pazienti oncologici"
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Questo l’obiettivo della Ong Soleterre, come spiegato all’agenzia Dire dal coordinatore Stefano Oltolini.

“Dallo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina tutta la nostra attenzione si è focalizzata sul portare in salvo i pazienti, ossia i bambini oncologici, e le loro famiglie, soprattutto dal contesto di Kiev”. Così Stefano Oltolini, coordinatore emergenza Ucraina di Soleterre, ingtervistato dall’agenzia Dire.

Soleterre è una Ong che lavora in Italia e nel mondo sul diritto alla salute nel suo senso più ampio, per permettere a chiunque viva uno stato di difficoltà di potersi esprimere al meglio, a partire dalla situazione di bisogno medico. Oltolini spiega che “l’incubo umano e personale vissuto nei primi giorni di guerra si è poi tramutato in una evacuazione dalla capitale ucraina di alcune famiglie e di una parte del nostro staff verso la città di Lviv, ossia Leopoli, dove grazie a una collaborazione già attiva abbiamo potuto accogliere le famiglie e fornire assistenza medica a chi aveva bisogno di cure”. 

Il viaggio è poi proseguito con il superamento della frontiera polacca: “Per buona parte di queste famiglie si è concluso già ieri con un trasferimento in Italia, con l’apertura di un corridoio di voli dal sud della Polonia verso Milano. Sono atterrati due aerei e hanno portato un totale di 11 bambini e 11 mamme, giunti a Linate. Grazie ad un’opera molto valida di coordinamento con l’Areu, l’Agenzia regionale emergenza urgenza della regione Lombardia, e con gli ospedali oncologici di Pavia, in particolare il policlinico San Matteo di Pavia e l’Istituto nazionale dei tumori di Milano, siamo riusciti a dividere gli ospiti in queste strutture, a seconda anche della tipologia del problema oncologico che stanno affrontando. Pavia è specializzata nelle leucemie, mentre l’Istituto nazionale dei tumori di Milano lo è nei tumori solidi”.

Prosegue Oltolini: “Si tratta di un viaggio importantissimo, di cui siamo estremamente orgogliosi. Oltre a questo gruppo abbiamo tanti altri bimbi da portare in salvo dalle zone maggiormente bombardate. Per quelli che arriveranno nei giorni e nelle settimane successive stiamo lavorando per un coordinamento ancora più ampio con ospedali di altre regioni, con l’obiettivo di dare una risposta nazionale. Gli accordi sono ancora in fase di definizione, ma al momento hanno offerto la propria disponibilità alcune strutture del Veneto, del Lazio, del Piemonte e dell’Emilia Romagna. Tengo a sottolineare che abbiamo ricevuto anche la disponibilità dell’ospedale di Taranto: un gesto davvero stupendo, che abbiamo accolto con grande commozione”.

Il coordinatore emergenza Ucraina di Soleterre aggiunge: “Gran parte dei pazienti oncologici sta cercando, o con mezzi propri o con piccole associazioni, di raggiungere Leopoli, la città più vicina al confine polacco, dove si stanno concentrando anche le operazioni di smistamento ed evacuazione. In questa dinamica stiamo lavorando anche noi in Ucraina, e anche per i prossimi giorni e per le prossime settimane il focus principale sarà proprio quello di cercare di portare fuori da quell’inferno bambini oncologici insieme alle loro famiglie. A oggi si ragiona a gruppi. In questo momento c’è un gruppo molto grande, formato da circa 50 persone, che a seconda delle condizioni mediche supererà la frontiera nelle prossime ore, e nei prossimi giorni troverà prima temporaneo accomodamento in Polonia e, successivamente, si tenterà di portarli in Italia. L’operazione è in corso, stiamo inviando persone per far sì che quella che è stata una grande operazione, un successo che ha attestato la possibilità di fare questo corridoio di voli, possa diventare in maniera sistematica un’operazione da ripetere ogni giorno”.

E ancora: “L’obiettivo è essere in grado di portare nel nostro Paese anche più di 50 persone. Se riusciamo a mettere in piedi un ponte aereo quotidiano, potremo mediamente portarne in Italia dalle dieci alle 12 al giorno. In questi anni abbiamo specializzato il nostro intervento sui bambini oncologici, in particolare in Italia, Ucraina, Marocco, Costa d’Avorio, El Salvador, Uganda e Burkina Faso, dove ci occupiamo di aiutare i piccoli e le loro famiglie nel difficile percorso di aderenza alle cure oncologiche, fornendo loro supporti di vario tipo, come l’aiuto psicosociale attraverso psicologi specializzati nel trattare il tema oncologico con i bambini e i loro genitori. In Paesi come l’Ucraina ci occupiamo inoltre di assicurare alle famiglie la possibilità di vivere vicino agli ospedali, senza costi, alloggiandole in case di accoglienza. La prima casa più importante della nostra storia l’abbiamo aperta proprio a Kiev”. 

Conclude Oltolini: “In Ucraina la nostra operatività parte dal 2003 e si può sintetizzare su due grandi linee. La prima è la gestione di una casa famiglia e casa d’accoglienza a Kiev, dove le famiglie con bambini oncologici si appoggiano per poter poi fare le cure in due ospedali tra i più importanti della capitale ucraina, ossia l’Istituto nazionale del tumore e il Centro regionale di Neurochirurgia. Poi con la città di Lviv, ossia Leopoli, abbiamo una collaborazione con l’ospedale regionale pediatrico, anch’esso specializzato in tumori infantili, e lì stiamo realizzando un progetto molto importante, che prevede la possibilità di realizzare trapianti cellulari per le forme più gravi di leucemia”.

Redazione Nurse Times

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