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Morte di una donna dopo infiltrazioni di silicone al seno: la parola all’esperto

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Morte di una donna dopo infiltrazioni di silicone al seno: la parola all'esperto
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Lo scorso 21 aprile il decesso della 35enne Samantha Migliore. Intervistato dall’agenzia Dire, il chirurgo plastico Benedetto Longo ha precisato: “Il silicone è vietato da anni. Al contrario dell’acido ialuronico, che però è meglio evitare”.

“Il silicone è una sostanza proibita dal 1993, infiltrare silicone nel corpo, in qualsiasi parte, è vietato. Per quello che mi riguarda, la sostanza più sicura da iniettare nel seno è il tessuto autologo, ovvero quello proprio. Un trapianto di grasso, meglio noto come lipofilling, che io eseguo di routine sia nelle ricostruzioni che anche in estetica per ridefinire i contorni della mammella, sia per forma che per morfologia”. Così Benedetto Longo, professore associato di Chirurgia plastica al Policlinico universitario Tor Vergata di Roma, intervistato dall’agenzia Dire, è tornato sul caso della giovane mamma Samantha Migliore, morta nella sua casa in provincia di Modena dopo infiltrazioni di silicone al seno.

Sono arrivati i dati preliminari dell’autopsia, che ricondurrebbero il decesso della 35enne a un’embolia, e a partire da questi il chirurgo plastico ha fatto chiarezza anche sulle sostanze che si possono infiltrare e su cosa dice la legge: “Oggi l’acido ialuronico non è proibito, ma nel 2012 è stato vietato l’uso dell’acido ialuronico Macrolane per le infiltrazioni al seno, a seguito di segnalazioni dei radiologi che rilevavano, dalle immagini diagnostiche, che durante il riassorbimento determinava neo angiogenesi ovvero la formazione di vasi sanguigni, interferendo a volte con il processo diagnostico”.

E ancora: “A oggi va precisato che le società scientifiche raccomandano di non infiltrare niente altro che tessuto adiposo, ma non è proibita l’ infiltrazione di acido ialuronico in altre formulazioni. Io raccomando il non utilizzo e di preferire il proprio tessuto, magari trapiantato dalla pancia al seno, anche per piccoli aggiustamenti morfologici”. Una valutazione che può soddisfare di più le donne: “L’acido ialuronico è riassorbibile e lascia esiti e proprio per questi possono esserci complicanze legate dalla quantità di sostanza che si infiltra e può dare granulomi o reazioni allergiche difficili da gestire e per le quali si deve agire con nuovi interventi chirurgici. Quanto al tessuto adiposo- ha spiegato- è vero che una parte non attecchisce, ma in quantità variabile, tra il 30% e il 70%, il grasso trapiantato resta per sempre e non causa reazioni immunitarie”.

I primi dati dell’autopsia hanno mostrato la presenza di silicone nel corpo di Samantha Migliore. “Avevamo già sostenuto l’ipotesi che ci fosse stata un’infiltrazione della sostanza in un vaso sanguigno e che in seguito fosse avvenuta un’embolia – ha sottolineato Longo -. È molto probabile che questo abbia determinato il decesso. Se la signora avesse avuto una complicanza in una struttura adeguata, non con infiltrazione di silicone voglio ribadirlo, sarebbe stata repentinamente affrontata con personale e strumentazione adeguata. Poi non sappiamo l’esito, ma sarebbe stata tutelata”.

Dunque il chirurgo plastico ha lanciato un appello: “Rivolgersi a personale medico con esperienza riconosciuta nel trattamento della mammella e a strutture sanitarie autorizzate”. E ha aggiunto: “Che sia preferibilmente un chirurgo plastico ricostruttivo ed estetico con specializzazione. Richiedere sempre che tipo di materiale viene infiltrato e che sia riconosciuto come dispositivo medico, perché i materiali riconosciuti da organismi notificati devono superare prove di immissione nel mercato più rigide di sostanze che girano senza questo riconoscimento. Considerate preferenzialmente il tessuto autologo rispetto a quello di sintesi o all’acidio ialuronico, che è meglio evitare”.

Redazione Nurse Times

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