Sta bene, la piccola lasciata in una scatola sul cofano di un’auto nel parcheggio del San Gerardo. Si cerca la madre.
Ha destato grande commozione la notizia della neonata lasciata in una scatola sul cofano di un’auto nel parcheggio dell’ospedale San Gerardo di Monza. A trovarla, avvolta in un lenzuolo, è stata un’ostetrica già al lavoro di primo mattino: sentendo dei gemiti provenire da quella scatola, ha lanciato l’allarme, avvertendo i poliziotti della locale questura, per poi portare la piccola all’interno del Pronto soccorso pediatrico, dove l’ha affidata alle cure dei sanitari. Nata poche ore prima, la bambina è in buone condizioni e presenta tratti ispanici che farebbero pensare a origini latino-americane.
“Ero di turno in Pronto soccorso ostetrico ed erano passate da poco le 5 quando sono uscita a prendere un po’ d’aria – racconta Alice, l’ostetrica che ha ritrovato la bimba, intervistata dal Giorno -. Mentre ero fuori ho sentito un pianto di neonato. All’inizio ho pensato che provenisse dalla sala parto, ma dopo un paio di minuti, siccome il pianto non cessava, mi sono avvicinata alla porta che dà sul parcheggio e ho avuto l’impressione che venisse da fuori. Ho aperto la porta per vedere se ci fosse una mamma che aveva bisogno di aiuto, ma non ho visto nessuno: solo una scatola da scarpe senza coperchio appoggiata sul cofano della macchina parcheggiata esattamente davanti alla porta”.
Sono seguiti momenti concitati. “Mi sono avvicinata e ho visto che dentro la scatola c’era una neonata ben avvolta in un lenzuolo – prosegue Alice -. Sono rimasta un secondo senza parole, poi ho preso la piccola e l’ho portata dentro. Quindi ho chiamato a gran voce l’ostetrica capoturno e abbiamo avvisato l’infermiera dell’isola neonatale e la neonatologa. La piccola stava bene, aveva un pannolino pulito e il cordone era stato clampato con una garza. Dopo aver bevuto un po’ di latte, si è addormentata serena in una culla della Terapia intensiva neonatale, dove è stata ricoverata in osservazione. È stato un turbinio di emozioni diverse, dallo sgomento alla paura alla commozione. Stanotte abbiamo deciso di chiamarla Alice, come me, e sarebbe bello se questo rimanesse il suo nome”.
Sono tuttora in corso accertamenti per risalire all’identità della madre, che rischia cinque anni di carcere per abbandono di minore, ai motivi del suo gesto e al luogo dove sarebbe avvenuto il parto. Letizia Moratti, assessore regionale al Welfare, ha spiegato che la bambina si trova “sotto le amorevoli cure di medici e personale sanitario, a cui va il ringraziamento della Regione Lombardia”. E ha aggiunto: “Il mio pensiero va anche alla disperazione della madre che l’ha abbandonata in questo modo così rischioso per lei e per la bimba”. Infine ha ricordato ha ricordato che si può esercitare il disconoscimento di maternità in ospedale dopo il parto in sicurezza e che le donne in queste condizioni non devono pensare di essere giudicate, bensì privilegiare la loro salute e quella del nascituro, affidandosi alle strutture sanitarie.
Redazione Nurse Times
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