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Tempio Pausania, dottoressa sospesa per non essersi vaccinata contro il Covid: Omceo Sassari dovrà risarcirla

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Tempio Pausania, dottoressa sospesa per non essersi vaccinata contro il Covid: Omceo Sassari dovrà risarcirla
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Oltre al risarcimento (5mila euro), il Tribunale ha ordinato anche il reintegro della dirigente medica no vax, che ha tempo fino al 1° febbraio 2023 per vaccinarsi.

L’Ordine dei medici di Sassari dovrà risarcire L.B., dirigente medica del Pronto soccorso dell’ospedale di Tempio Pausania, sospesa dall’Asl 2 Olbia lo scorso 26 aprile, e fino al 31 dicembre, per non essersi vaccinata contro il Covid. Ammonta a 18mila euro, di cui 9mila per spese legali, la somma stabilita per lite temeraria dal giudice del Tribunale civile di Tempio Pausania, Eleonora Carsana, che ha ordinato anche il reintegro della dottoressa. A quest’ultima andranno 5mila euro, mentre 4mila spettano all’Asl 2 Gallura, che vrebbe voluta reintegrarla.

Con una prima ordinanza del 19 luglio scorso la stessa giudice aveva già condannata l’Asl a reintegrare la dirigente e a corrisponderle stipendi e contributi arretrati, stabilendo inoltre che la dipendente aveva tempo fino al 1° febbraio 2023 per vaccinarsi. Il 26 luglio, però, l’Omceo Sassari aveva reiterato la sospensione, violando l’ordinanza cautelare del Tribunale. Ciononostante, l’Azienda sanitaria non aveva provveduto al reintegro.

La dottoressa aveva presentato un primo ricorso urgente il 26 maggio scorso, nell’impossibilità di mandare avanti la famiglia (ha quattro figli), dato che il marito è dipendente di una società in stato di crisi. Ammalatasi di Covid il 22 gennaio scorso, era stata sospesa a meno di 90 giorni dalla guarigione e aveva 12 mesi di tempo per vaccinarsi, ma l’Ordine l’aveva di nuovo sospesa per non essersi vaccinata entro sei mesi.

Ora la giudice ha ritenuto di dover “sanzionare la condotta del Consiglio dell’Ordine dei medici di Sassari che, adottando una delibera violative ed elusiva del provvedimento del tribunale, ha altresì onerato la dottoressa di un secondo ricorso cautelare, con aggravio di spese e ricadute negative collettive in ordine all’uso razionale della risorsa giudiziaria”. Nelle motivazioni della prima pronuncia, quella dello scorso luglio, la giudice aveva tenuto conto anche della grave carenza di organico dell’ospedale di Tempio Pausania, oltre che della difficile situazione familiare della ricorrente, di fatto senza mezzi di sostentamento, visto che i sanitari, a differenza degli altri dipendenti pubblici, non hanno diritto

l cosiddetto assegno alimentare in caso di sospensione dal lavoro.

Redazione Nurse Times

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