Tante le relazioni presentate nel corso dell’evento, che ha rappresentato un’importante occasione di confronto. Ne abbiamo parlato con l’organizzatrice, che lavora in centrale operativa e sui mezzi di soccorso del 118 di Lecce.
“Un grande successo, oltre le più rosee aspettative”. È entusiasta, la dottoressa Serena Colapietro, referente Siiet per la Puglia, da noi contattata in veste di presidente del congresso interregionale dal titolo “Infermieri di emergenza preospedaliera – Scenari operativi e prospettive future”, organizzato a Bari dalla Società italiana infermieri emergenza territoriale nelle giornate dell’11 e del 12 novembre.
Un evento dal bilancio finale più che positivo, dunque. “Sì, perché abbiamo ospitato relatori da tutta Italia, che hanno portato in Puglia le loro esperienze, alimentando un confronto molto stimolante tra le varie realtà regionali”, conferma Colapietro, che lavora in centrale operativa e sui mezzi di soccorso del 118 di Lecce. “Ci tengo a ringraziare chi ha collaborato con me all’organizzazione – aggiunge -. In particolare Paolo Mariani, responsabile scientifico del congresso, nonché tesoriere e componente del direttivo nazionale Siiet, ma anche la segretaria nazionale Lucia De Arcangelis, il presidente Andrea Andreucci e il vicepresidente Luigi Cristiano Calò“.
Dalle numerose relazioni presentate a Bari sono emersi i punti di forza del sistema di emergenza-urgenza. Soprattutto in alcune regioni. “Penso principalmente all’Emilia Romagna – spiega la referente Siiet Puglia -, dove esiste un protocollo regionale che guida gli operatori e che invece manca nella maggior parte delle altre regioni italiane. Ma non solo. In quel territorio hanno implementato anche il sistema delle videochiamate di soccorso, che permette agli operatori della centrale operativa di vedere per esempio un incidente, quante persone vi sono coinvolte, quali sono le loro condizioni, e di fornire così ai colleghi sui mezzi di soccorso le opportune istruzioni pre-arrivo”.
Tra le realtà virtuose a livello regionale la nostra interlocutrice cita anche Toscana, Lombardia e Lazio: “La Toscana ha presentato dati molto positivi in merito al lavoro delle sue centrali operative. In Lombardia c’è l’Ares, ossia l’Agenzia regionale emergenza sanitaria, che garantisce l’uniformità del servizio su tutto il territorio. Nel Lazio hanno già attivato il 112 Nue (Numero unico di emergenza), che presto dovremmo sperimentare anche in Puglia, dove possiamo vantare, al pari di altre regioni meridionali, mezzi di soccorso molto avanzati”.
Tuttavia non mancano le criticità: “La principale consiste nell’assenza di linee guida uniche per tutto il territorio nazionale, ma anche nella difformità dei protocolli a livello regionale. Ne sappiamo qualcosa in Puglia, dove la Siiet ha informato delle principali crtiticità l’assessore alla Salute, Rocco Palese, strappandogli la promessa di un tavolo tecnico con tutti gli attori del sistema di emergenza-urgenza. Come infermieri, puntiamo al riconoscimento della nostra autonomia e delle nostre competenze”.
A proposito, molto attuale è il tema della possibilità per gli infermieri, adeguatamente formati, di somministrare in autonomia determinati farmaci. “È importante che gli infermieri del 118 possano agire sulla base dei cosiddetti algoritmi di gestione dei pazienti, senza dover passare dal parere del medico presente in centrale operativa. I numeri dimostrano che, se mancano tali protocolli, nel 55% dei casi è necessario attivare un secondo mezzo di soccorso con medico a bordo, con conseguente perdita di tempo prezioso, che potrebbe costare la vita al paziente. Anche sotto questo aspetto il sistema di emergenza-urgenza dell’Emilia Romagna è un passo avanti rispetto agli altri, perché lì non è prevista la presenza del medico nemmeno in centrale operativa. Questa è un’altra istanza che, come Siiet Puglia, abbiamo portato in Regione, chiedendo inoltre di investire sull’adeguamento della nostra formazione”.
Redazione Nurse Times
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