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Marche, graduatorie infermieri e oss in scadenza: Regione chiederà proroga al Governo

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Marche, graduatorie infermieri e oss in scadenza: Regione chiederà proroga al Governo
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Il Consiglio regionale ha approvato la mozione che impegna la Giunta a chiedere che la validità sia allungata dagli attuali due a quattro anni.

Via libera unanime nell’Aula del Consiglio regionale delle Marche alla mozione, sottoscritta dai consiglieri Pd e M5s ed emendata nel corso dell’esame, relativa al personale sanitario, le cui graduatorie sono in scadenza (infermieri e oss). L’atto impegna la Giunta a chiedere al Governo una modifica al Testo unico del pubblico impiego, affinché il periodo di validità delle graduatorie sia allungato dagli attuali due a quattro anni. La graduatoria degli infermieri è in scadenza il 5 marzo, quella degli oss il 5 agosto.

L’assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini, intervenendo in Aula sulla questione ha spiegato che «la Regione si è già mossa con interlocuzioni con il governo» e che per martedì della prossima settimana è previsto «un incontro con i ministri Giorgetti e Schillaci e con tutti i presidenti di Regione», nel quale conta di chiedere «un provvedimento che possa allungare la durata dei concorsi», portandola «almeno a tre anni, noi abbiamo chiesto quattro anni». IUnoltre «la Regione Marche ha presentato la necessità di allungare la validità dei concorsi almeno a tre-quattro anni».

Il consigliere regionale del Pd, Antonio Mastrovincenzo, auspicando un intervento governativo sulla questione, ha chiesto all’assessore regionale «un impegno per l’elaborazione di un piano di fabbisogno del personale per il 2023 che ancora non c’è» e «per eseguire maggior numero di assunzioni possibili, già dai prossimi giorni, perché ci avviciniamo alla scadenza delle due graduatorie».

Il consigliere regionale dei Dem, Romano Carancini, ha detto: «Apprezziamo le parole dell’assessore perché si fa carico di un tema molto caro al territorio e alle persone in graduatoria, mi pare di aver colto la consapevolezza che non si può buttare a mare un concorso nel quale sono in graduatoria migliaia di persone, molti marchigiani e marchigiane che lavorano fuori dalla regione» e che si vorrebbero riavvicinare. L’invito alla giunta è stato quello, «qualche giorno prima della scadenza» delle graduatorie ad «esplorare tutte le possibili azioni amministrative che la regione può mettere in campo» per una proroga ed ha auspicato anche un atto di indirizzo da parte della Commissione sanità regionale «per rafforzare gli intenti» e verificare «attraverso i tecnici possibili scelte di proroga».

Critica la consigliera regionale del Pd, Anna Casini, la quale ha sottolineato «l’incapacità della giunta di colloquiare e dare risposte, con il governo nazionale» dello stesso colore. «Abbiamo 2mila persone idonee in graduatoria», ha ricordato, spiegando che il 16 febbraio in Senato c’è stato il primo passaggio del decreto Milleproroghe, «ma nessuno ha proposto un emendamento in Parlamento per prorogare e assumere questo personale: quella era una occasione». E quindi, «se c’era capacità di incidere, doveva essere dimostrata in queste settimane».

Poi ha attaccato sulle liste di attesa. «Nelle Marche stiamo andando in discesa – ha detto rivolgendosi all’assessore Saltamartini -. Nel 2020 eravamo tra le cinque regioni più virtuose in Italia per la sanità», mentre ora «non è una percezione di non funzionamento della sanità, ma è una percezione dimostrata dai dati, dalle liste di attesa e dall’accorpamento dei reparti». E ha aggiunto: «Venga a vedere quanti reparti sono accorpati e quante sale operatorie possono operare nell’ex Area Vasta 5». Per poi citare il caso del «primario di urologia che non ha un reparto e che deve prendere i pazienti, operarli ad Ancona, e riportarli in ambulanza ad Ascoli».

Il capogruppo di Fratelli d’Italia, Carlo Ciccioli, rispondendo a Casini, ha sottolineato la complessità della questione, spiegando che «da una parte abbiamo le graduatorie», che dovrebbero durare più di due anni, ma si tratta di «leggi fatte dal centrosinistra», e dall’altro lato «conflitto di interessi» relativo ai sanitari che hanno lavorato in epoca Covid, «ma che non possono essere assunti perché ci sono le graduatorie». E c’è ancora un «terzo elemento di conflittualità legato al tetto di spesa», che ostacola le assunzioni.

Ciccioli si è detto soddisfatto per l’accordo politico che è stato individuato per la mozione: «La situazione legata alle questioni della durata delle graduatorie è materia statale. Con leggi dei Governi passati, la Riforma Madia, si è abbassato il tempo di durata della stessa, da 3 (prorogabile a quattro anni), agli attuali due. Un intervallo di tempo che, considerando i tempi di spesa, la renda scarsamente utilizzabile».

«Attraverso gli emendamenti concordati nella seduta odierna – ha aggiunto il capogruppo FdI – si è stabilito di chiedere al Governo di rivedere la durata delle graduatorie estendendola a 4 anni, così dare respiro alle stesse e quindi garantire la possibilità di assumere personale. È corretto e improntato al buon senso l’accordo trovato oggi in Consiglio regionale. Nelle more di questa situazione se si riuscisse per una quota dei precari del personale sanitario che hanno prestato servizio per un minimo di 18 mesi, di poter essere stabilizzati, credo che debba essere assolutamente valutato».

Per il Pd «è svolta per i precari della sanità», con la mozione a prima firma del capogruppo del Pd Maurizio Mangialrdi, per prorogare da due a quattro anni le graduatorie degli infermieri e degli oss. «Auspichiamo – spiegano i dem dopo l’approvazione – che la mozione approvata spinga finalmente il presidente Acquaroli ad attivarsi quanto prima per recepire le rivendicazioni da tempo avanzate dai sindacati, da ultimo durante la manifestazione svoltasi lo scorso 20 febbraio davanti alla Regione Marche».

Con l’approvazione del Decreto Milleproroghe «è inaccettabile questa mancanza di attenzione e sensibilità del centrodestra marchigiano – dice il gruppo assembleare in una nota – nei confronti di lavoratori che, giustamente, durante la pandemia venivano indicati ai cittadini come gli ‘eroi del Covid’, ma oggi vengono dimenticati e lasciati senza occupazione, creando seri disservizi al sistema sanitario regionale».

Redazione Nurse Times

Fonte: CentroPagina

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