Approvato un emendamento che consente di utilizzare i medici a gettone non solo nei reparti di emergenza-urgenza.
I medici a gettone potranno essere chiamati dalle aziende ospedaliere non solo nei servizi di emergenza-urgenza, ma anche in altri reparti, se necessario. Lo prevede un emendamento dei relatori al Decreto Bollette, approvato nelle commissioni riunite Finanze e Affari sociali della Camera.
Cade dunque la stretta prevista dal testo originario. Nella nuova versione si legge infatti che i servizi di esternazionalizzazione possono essere affidati e prorogati fino a un massimo di 12 mesi e non devono essere riferiti necessariamente a servizi di emergenza-urgenza.
L’articolo 10 del testo in entrata prevedeva che le aziende e gli enti del Servizio sanitario nazionale, per fronteggiare lo stato di grave carenza di personale, potessero “affidare a terzi i servizi medici e infermieristici solo in caso di necessità e urgenza, in un’unica occasione e senza possibilità di proroga, a seguito della verificata impossibilità di utilizzare personale già in servizio, di assumere gli idonei collocati in graduatorie concorsuali in vigore, nonché di espletare le procedure di reclutamento del personale medico e infermieristico autorizzate”.
Il documento precisava inoltre che tali servizi potessero “essere affidati esclusivamente nei servizi di emergenza-urgenza ospedalieri, per un periodo non superiore a dodici mesi, ad operatori economici che si avvalgono di personale medico e infermieristico in possesso dei requisiti di professionalità contemplati dalle disposizioni vigenti”.
L’emendamento al comma 2 dell’articolo 10, approvato in Commissione, stabilisce invece che i servizi di esternalizzazione possono essere, oltre che affidati, anche “prorogati in caso di contratti in corso di esecuzione”. Vengono inoltre soppresse le parole “esclusivamente nei servizi di emergenza-urgenza ospedaliera”.
I medici a gettone potranno dunque essere impiegati anche in altri reparti, sempre per un periodo non superiore ai 12 mesi. Con buona pace di quanti – e tra questi il ministro Orazio Schillaci e il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato – dicevano di auspicare un deciso ridimensionamento del fenomeno.
Redazione Nurse Times
Rimani aggiornato con Nurse Times, seguici su:
Telegram – https://t.me/NurseTimes_Channel
Instagram – https://www.instagram.com/nursetimes.it/
Facebook – https://www.facebook.com/NurseTimes. NT
Twitter – https://twitter.com/NurseTimes
- 2025: l’anno in cui l’infermieristica ha iniziato a muoversi davvero (ma ancora non abbastanza)
- Esercizio professionale in deroga fino al 2029, Fnomceo e Fnopi: “Rivedere subito la decisione. Non servono proroghe, ma interventi strutturali”
- Rischio genetico di tumore al seno, i classici criteri non bastano. Lo studio
- Vaccini e autismo, Oms ribadisce: “Nessun legame causale”
- Gruppo Inter-Ordini di Piemonte e Valle d’Aosta, ecco il vademecum “Aiutiamo chi cura”. Giusi Medici (Opi Torino): “Promuoviamo benessere e tutela degli operatori”
Lascia un commento