Si chiama microvibrazione compressiva Endosphères ed è un trattamento che apporta notevoli benefici alle donne con problemi di gambe gonfie (lipolinfedema). Il relativo studio è stato presentato al XX Congresso mondiale di flebologia UIP2023 di Miami.
Particolari vibrazioni inviate ai tessuti delle gambe femminili attraverso microsfere rotanti di silicone contrastano efficacemente il lipolinfedema. Il trattamento si chiama microvibrazione compressiva Endosphères e ha dimostrato di diminuire i sintomi della malattia e di migliorare la qualità di vita delle pazienti.
Dopo due sessioni di cura alla settimana per un mese e mezzo, la cura ha ridotto del 46% il dolore, del 5% l’edema periferico e del 4% l’indice di massa corporea. È quanto ha stabilito uno studio tutto italiano che riporta gli effetti della nuova metodica non invasiva. La ricerca è presentata al XX Congresso mondiale di flebologia UIP2023 di Miami.
“Il lipolinfedema è una malattia molto diffusa e in Italia interessa fino al 10% delle donne d’ogni fascia d’età – afferma il professor Pier Antonio Bacci, docente di Patologie estetiche al master dell’Università di Siena e al Consorzio Humanitas di Roma –. Si manifesta prima come cellulite a cui si associa spesso un linfedema, un ristagno di linfa nei tessuti cutanei. Si arriva così al lipolinfedema, con un progressivo e doloroso aumento volumetrico della coscia e della gamba, fino ad un accumulo sproporzionato del tessuto adiposo negli arti inferiori, chiamato lipoedema”.
Prosegue Bacci: “Spesso il grasso non si limita alle gambe ma colpisce anche l’addome o e le braccia. È una patologia che viene sottovalutata e spesso confusa con la semplice cellulite o con il, più o meno grave, sovrappeso. In realtà fa diventare le gambe così gonfie e pesanti da rendere molto difficoltose anche le più semplici attività quotidiane. Va contrastata attraverso diagnosi quanto più precoci e successivi trattamenti preventivi. La microvibrazione compressiva è una metodica non invasiva che aiuta a raggiungere perfettamente questi obiettivi, soprattutto se associata a giusti stili di vita”.
“Permette una più facile terapia e una migliore prevenzione in quanto riduce l’evoluzione della malattia e le sue complicazioni – sottolinea il professor Andrea Sbarbati, ordinario di Anatomia all’Università di Verona –. Gli effetti positivi delle microvibrazioni compressive sono il frutto di una riorganizzazione biochimica e biofisica delle cellule e determinano risultati visibili anche sulla cute. Riducono inoltre il tessuto adiposo superficiale e stimolano la rigenerazione delle cellule staminali che abbondano in quelle sedi. Le stimolazioni meccaniche esterne hanno degli effetti sui tessuti e i risultati dello studio evidenziano l’importanza di questa metodica brevettata in Italia per la vascolarizzazione e l’aumento delle attività cellulari che, infine, permettono di ridurre edema e dolore”.
“Gli effetti rigenerativi evidenziati si mantengono anche dopo la sospensione dei trattamenti con una visibile ristrutturazione del tessuto adiposo e connettivale – sottolinea il professor Eugenio Caradonna, Past President SIMCRI –. La microvibrazione compressiva può essere quindi vista come una tecnica che riattiva i normali meccanismi rigenerativi di tessuti strutturalmente compromessi, veicolandone l’azione”.
La nuova terapia consiste in una serie di oscillazioni meccaniche che agiscono sull’apparato muscolare e tendineo. Determina un movimento pulsato e ritmico che viene sfruttato anche nello sport e nella riabilitazione.
“È in grado di stimolare e modificare la resistenza e l’elasticità del tessuto connettivo, in modo da riportarvi la giusta fluidità funzionale e di conseguenza un profondo rilassamento muscolare – afferma il professor Raoul Saggini, ordinario di Medicina fisica e riabilitativa all’Università Ecampus di Milano –. Con questa tecnica si ottiene uno stato di riduzione della ipereccitabilità delle strutture nervose e una riduzione del dolore, come hanno già dimostrato alcune esperienze nella medicina dello sport”.
“L’azione sul sistema linfatico è favorita dalla pressione esercitata dalle sfere di silicone – afferma la professoressa Rosa Grazia Bellomo, ordinario di Medicina fisica e riabilitativa all’Università di Urbino –. Agiscono sul derma con un’azione pulsata e ritmica ad onda che pompa la linfa verso i linfonodi. Si produce poi un trattamento endodermico che ha come scopo anche la riattivazione della microcircolazione arteriosa”. Infine i vantaggi del trattamento consistono soprattutto nella mancanza di dolore e nella facile ripetitività delle sessioni.
“La microvibrazione compressiva Endosphères rappresenta una terapia di base alla quale è possibile associare altre cure mediche o chirurgiche per ridurre le gambe gonfie e le adiposità dolorose – conclude il professor Bacci –. È un trattamento e che può essere di grande utilità in Italia dove si registra un forte aumento delle malattie degenerative del tessuto adiposo, come il lipoedema e il lipolinfedema, nonché dell’obesità femminile”.
Redazione Nurse Times
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