Il Governo Meloni ha deciso di intervenire sulla sanità, ma i 2 miliardi stanziati in più in manovra finiranno ai privati. L’obiettivo dell’esecutivo é infatti quello di ridurre le liste d’attesa per interventi e visite, ma ad arricchirsi, stando a quanto si legge su La Stampa, saranno appunto i privati. E qualche centinaio di milioni finirà anche nelle tasche sia degli industriali farmaceutici sia dei farmacisti, categorie che non se la passano propriamente male.
Grazie a norme trabocchetto finite in manovra, infatti, i primi risparmieranno un bel po’ di soldi di ripiano degli sfondamenti del tetto di spesa per i medicinali ospedalieri, mentre alle farmacie sono stati cancellati in un solo colpo tutta una raffica di sconti che leggi e deliberazioni Aifa dal 1996 a oggi avevano imposto. Regali per tutti, mentre non ci sono soldi per assumere medici e infermieri in fuga dal servizio pubblico, che rischia così di affondare.
Ma non finisce qui, perché, si legge ancora su La Stampa, in un altro articolo della manovra vengono assegnati 520 milioni alle Regioni, vincolati sempre all’abbattimento delle liste di attesa. E non è che lo shopping lo faranno nelle strutture pubbliche che già finanziano, ma andranno anche in questo caso a bussare alla porta dei privati, che portano così a casa un bottino complessivo vicino ai 2 miliardi.
C’è però un particolare emerso tre le pieghe delle norme: quei 520 milioni vincolati all’abbattimento dei tempi di attesa non sono in aggiunta ai soldi stanziati per il Fondo sanitario nazionale, ma le Regioni dovranno tirarli fuori dal loro budget. Che è come dire che bisogna far transitare oltre mezzo miliardo dalle strutture pubbliche a quelle private.
Redazione Nurse Times
Fonte Affari Italiani
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