In Toscana è stato eseguito il primo reimpianto di tessuto ovarico crioconservato. La paziente è una giovane donna che era stata curata per “un’importante patologia oncologica”. A darne notizia, le Asl Toscana Sud Est e Centro.
L’intervento ha visto al lavoro equipe delle due aziende ed è stato effettuato nella Uoc di Fisiopatologia della riproduzione umana dell’ospedale Santa Margherita di Cortona (Arezzo) con l’equipe ginecologica del Santa Maria Nuova di Firenze.
Dopo la diagnosi e prima di eseguire l’intervento oncologico, la paziente, spiega la nota delle due Asl, “era stata sottoposta a un prelievo bilaterale di tessuto ovarico, congelato e conservato presso la struttura di Cortona. Una volta superata la malattia e dopo un periodo di sicurezza oncologica, è stata eseguita una laparoscopia, reinserendo il tessuto ovarico congelato nella stessa sede in cui erano state rimosse le ovaie, in attesa di eseguire una stimolazione ormonale per poter arrivare a una gravidanza”.
E ancora: “È il primo caso eseguito in Toscana e nel centro sud Italia. Una storia straordinaria che dice tutto sulla forza della donna che non si arrende alla patologia oncologica e che anzi è disposta a combattere per arrivare alla maternità”.
La Uoc di Fisiopatologia della riproduzione umana dell’ospedale Santa Margherita di Cortona, diretta da Luca Mencaglia, è centro di riferimento della Rete regionale Toscana per la preservazione della fertilità mediante crioconservazione di tessuto ovarico.
“Il nostro Centro – spiega Mencaglia – già dal 2017 ha eseguito numerosi trattamenti di criopreservazione di tessuto ovarico. Oggi, grazie a questa collaborazione, siamo stati in grado di realizzare per la prima volta il reimpianto laparoscopico di tessuto ovarico crioconservato”.
Sempre Mencaglia: “Dal 2016 a oggi il Centro di Cortona ha effettuato più di 70 preservazioni di tessuto ovarico, lavorando in stretto contatto con il Centro di Copenaghen diretto da Claus Andersen, leader mondiale di questa tecnica, che è ampiamente affermata nel Nord Europa e ha permesso la nascita di centinaia di bambini. Nel 92% dei casi è possibile il ritorno della funzionalità ormonale ovarica e nel 38% dei casi anche alla gravidanza”.
Redazione Nurse Times
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