Un nuovo studio condotto da ricercatori della University of Plymouth (Regno Unito) ha rivelato che uno dei principali disinfettanti al cloro utilizzati negli ospedali non elimina la causa più comune di malattia associata agli antibiotici, nota come Clostridium difficile. Le spore di questa patologia rimangono intatte nonostante siano trattate con alte concentrazioni di candeggina. Ciò mette a rischio le persone sensibili che lavorano o sono curate in ambienti clinici.
In precedenza il dottor Lovleen Tina Joshi e i suoi colleghi avevano aveva dimostrato la capacità delle spore di Clostridium difficile di sopravvivere all’esposizione e alle concentrazioni raccomandate di dicloroisocianurato di sodio in forma liquida e all’interno di tessuti protettivi personali come i camici chirurgici.
Il nuovo studio ha esaminato la risposta delle spore di tre diversi ceppi di Clostridium difficile a tre concentrazioni cliniche di ipoclorito di sodio. Le spore sono state poi aggiunte su camici chirurgici e camici dei pazienti, ed esaminate utilizzando microscopi elettronici a scansione per stabilire se c’erano cambiamenti morfologici nel rivestimento esterno delle spore.
Gli autori dello studio chiedono una ricerca urgente per trovare alternative per disinfettare le spore di Clostridium difficile e interrompere la catena di trasmissione negli ospedali.
Full text dell’articolo pubblicato su Microbiology Society
Redazione Nurse Times
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